Laicismo 2.0

Piotr

Fonte: Megachip
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3 settembre 2012


1. Chi va coi cretini (e le cretine) impara a cretineggiare. E rischia di fare la stessa fine. Leggete un po' qui l'articolo “Germania. Emulano le Pussy Riot e Rischiano fino a tre-anni”. Ricordo che le cretine russe rischiavano fino a sette anni, l'accusa ne aveva chiesti tre e sono state condannate a due (forse anche perché Putin stesso aveva chiesto pubblicamente alla corte di essere clemente).

Immaginatevi se delle “Fighe Ribelli” italiane avessero fatto la stessa cosa a S. Pietro, cioè occupato l’altare durante una messa, bestemmiato, insultato i fedeli, dato della “cagna” al papa e del “dittatore marcio” e “capo dell’OVRA” a Napolitano. Fino a due anni di carcere per turbamento di funzione religiosa e fino a cinque anni di carcere per gli insulti al Presidente.

Chi scrive abolirebbe il papato domani e non ha alcuna simpatia politica per il Presidente, ma le cose, legalmente, stanno così. È quindi del tutto ipocrita che i media, che ogni giorno fanno sviolinate al capo di una religione che da noi de facto non ha mai smesso di essere di Stato e che stravedono per quella brava persona, soprattutto super partes, del Presidente, si addolorino per le cretine russe.

2. Le Pussy Riot non sono un gruppo rock, come ormai sanno in molti. Sono un collettivo sedicente “situazionista”, che a quanto sembra fa riferimento all’artista russo-israeliano Plucer-Sarno di Mevasseret Zion (che però le considera delle “ambiziose provinciali”) e al collezionista d’arte russo Marat Gelman, e ha come scopo quello di provocare oltre ogni immaginazione e mettere in difficoltà Putin. Più volte le sciagurate avevano infatti cercato di essere arrestate con “performance” simili a quelle della Cattedrale del Cristo Salvatore. Furono però solo mandate via in modo civile (cioè senza botte). Dovevano quindi aumentare la misura della provocazione. E in qualche modo hanno avuto successo.

Il loro lato femminista è invece ben rappresentato dal video che hanno messo in rete, in cui in un supermercato rubano un pollo surgelato e una di loro se lo infila nella vagina.

Che coscienza di genere! Pari a quella dimostrata con un’altra perfomance d’alta classe: un’orgia in un museo di Mosca con una giovanissima donna incinta al nono mese (che partorirà infatti quattro giorni dopo).

Chissà quale di queste imprese ha talmente infervorato Paolo Ferrero da chiamare le cretinoidi russe “compagne Pussy Riot” e salutarle col pugno chiuso [1]. Non so se valga la pena chiederglielo, perché sta di fatto che Paolo Ferrero ha ancora una volta dimostrato che se qualche volta capisce, qua e là, con moto alterno, cosa sta succedendo in Italia, non ha proprio nessuna idea di cosa sta succedendo nel mondo.

Ce lo immaginiamo tra poco tempo con un elmetto in testa e un moschetto ’91 in mano, spedito in una trincea da qualche potente che nemmeno sa chi sia per un motivo che ancora non ha compreso, in mezzo al fango e tra i fischi dei proiettili, che si domanda smarrito “Che ci faccio qui?”.

La Terza Guerra Mondiale, caro Ferrero! Quella che porta via sia il tosat sia la mare (se ti ricordi ancora Piero Jahier).

3. Le azioni delle Pussy Riot non sono isolate. Sono sicuramente azioni di stampo russo nel senso che i loro immediati bersagli sono la Chiesa Ortodossa con la sua caratteristica nazionale e Putin, politico particolarmente odiato dall'Occidente perché ha messo fine alla svendita (con milioni di morti) del suo Paese. E non intende più svenderlo. La democrazia non c'entra un bel nulla.

Ma più in generale si inscrivono in una serie di azioni che stanno caratterizzando quello che potremmo chiamare “Laicismo 2.0”.

Il laicismo (da non confondere con la laicità, che è una stella polare di chi scrive) è quella particolare religione, perché di religione si tratta, che vede nei valori cristiani un ostacolo alla tabula rasa valoriale richiesta dall’odierno ipercapitalismo in affanno.

Ecco allora, nella sua versione attuale più spettacolare, un collettivo di stupide ucraine che, con seno nudo d’ordinanza, in appoggio alle cugine russe segano la croce di legno che commemorava i contadini morti per le carestie indotte dalle politiche di Stalin [2]. O ecco un “progressista” russo che inneggia al massacro dei cristiani (i “parassiti”). Tutti all’insegna della democrazia, del progresso e della libertà di coscienza, usando come pretesto il lato più attaccabile del cristianesimo, cioè quello organizzato in chiesa e in gerarchia.

Tra le odierne mosse del Laicismo 2.0 ci aggiungerei anche il bavaglio che la curia romana ha verosimilmente messo al papa.

Non so se ve ne siete accorti, ma questo papa tedesco, così poco simpatico, sembra infatti sparito di scena.

Avevo avuto la netta impressione all’inizio del suo regno assoluto (così è in termini giuridici) che papa Ratzinger nella politica ecumenica avesse abbandonato l’occhio di riguardo del suo predecessore per i Protestanti, per volgerlo verso gli Ortodossi. Insomma una Ostpolitik religiosa (non sorprendente per un papa tedesco). Oggi invece su quel versante tutto sembra essere stato fermato. E sul resto? Sul resto non dice nulla. Non dice nulla su niente.

Ma tra il niente c'è anche il massacro dei cristiani in Siria da parte di quei “ribelli” così amati dall’Occidente cristiano. Dopo le rotture di scatole avute da Wojtyla sulla guerra in Iraq, gli armigeri occidentali hanno deciso di prevenirne altre sulla Siria. Il bavaglio sulle questioni internazionali è stato pian piano messo a partire dall'attacco alla Libia, quando il vescovo di Tripoli era ancora riuscito a protestare per poi ricevere l’ordine, una volta rientrato a Roma, di non dire più una parola.

Papa Ratzinger ha ricevuto molte visite da parte di Monti. I mangiapreti per vocazione pensano che il premier ci sia andato per capire cosa deve fare per accontentare il Vaticano. È più probabile, al contrario, che Monti ci sia andato più che altro per dire al Vaticano cosa deve fare per accontentare gli interessi politici che egli rappresenta in Italia. Ovviamente, non gratis.

Si capiscono a questo punto alcune mosse preliminari. Ad esempio le polemiche sulla famosa lectio magistralis di Ratzinger a Ratisbona. Fece infuriare tutti i politically correct per un presunto attacco all’Islam. In realtà in quella lezione non aveva detto nulla di particolarmente grave. Però, e lo si capisce col senno di poi, il papa poteva interferire con un discorso di collegamento religioso con la linea di collegamento politico tra gli USA e l’Islam, linea che fu esplicitamente santificata col famoso discorso di Obama al Cairo, tre anni dopo.

In quel discorso, tanto osannato, il succo era che gli Stati Uniti volevano rilanciare il compromesso con l’Islam politico e col fondamentalismo (che tanti frutti aveva dato in Afghanistan contro l’Unione Sovietica). Il fine di questo compromesso lo si è visto con le “primavere arabe” altrettanto osannate dai politically correct.

La sconfitta di Gheddafi è stata opera dei corpi speciali inglesi e francesi coadiuvati da quelli sauditi e del Qatar, fiancheggiati da reparti di Al Qa'ida comandati da personale che era passato come terrorista addirittura per le prigioni statunitensi (oltre che per quelle libiche). Lo stesso schema che si vuole riproporre oggi per la Siria. Ma per far ciò era indispensabile una mossa preliminare: bisognava far fuori simbolicamente Osama Bin Laden (probabilmente già morto da un pezzo), il nemico pubblico numero uno, la cui esistenza in vita, per quanto virtuale, impediva nell’immaginario occidentale e specialmente USA che la al-Qa'ida cattiva si potesse riciclare in una al-Qa'ida buona. Ed ecco la fantastica, ma in realtà fantasiosa, azione dei Navy Seals in Pakistan poco dopo che il Dipartimento di Stato aveva ottenuto di fatto il via libera all'attacco dal Consiglio di Sicurezza dell'ONU.

4. Ma ritorniamo alle nostre Pussy Riot. Forse non se ne rendono conto, ma in mezzo a queste storie ci sono fino al collo. Basti pensare al sostegno a loro accordato dal Dipartimento di Stato, da Amnesty International USA (diretta da una ex funzionaria dello stesso Dipartimento) o dal tristemente noto Human Rights Watch. Ma cosa rappresentano simbolicamente le sciagurate?

All'inizio della storia del capitalismo occidentale la differenziazione tra chi deteneva il potere politico e religioso da chi deteneva il potere del denaro aveva richiesto l’azzeramento simbolico del mondo feudale in cui questi poteri erano uniti e fiorirono così le filosofie razionaliste ed empiriste (dubbio iperbolico di Cartesio, mente umana come tabula rasa di Locke), e poi in modo ancor più conseguente l’empirismo di Berkeley e di Hume che combatté una fiera battaglia filosofica contro le categorie di “causalità” e di “sostanza”, contribuendo ad omogeneizzare lo spazio sociale, a ridurne le dimensioni, a renderlo “liscio” e pronto per i rapporti di produzione capitalistici (razionali per definizione), dove la “sostanza” (il plusvalore) doveva essere accuratamente celato non meno della sua “causa”.

Oggi, non so se alla fine assoluta del capitalismo, ma probabilmente alla fine (che può essere lunga) di quello termoindustriale che ha regnato per oltre due secoli, la storia si ripete in farsa. L’omogeneizzazione dello spazio sociale cercata simbolicamente con le raffinate battaglie filosofiche razionaliste ed empiriste diventa così il sottoprodotto di un buffonesco Laicismo 2.0 praticato tramite Gay Pride Day (che ha lo stesso rapporto con le istanze degli omosessuali di quello che ha il carnevale di San Remo, ma da usare come grimaldello contro i “regimi” riottosi – infatti non a caso è citato nella “canzone” della “Rivolta della Figa”), o polli surgelati messi in vagina, orge con donne incinte, croci segate, inviti “libertari” al massacro dei cristiani.

Se solo si chiede di ragionare, di distinguere tra laicità e laicismo, si è di sicuro tacciati dai neo-fondamentalismi del Laicismo 2.0 di essere degli oscurantisti e dei reazionari.

Il Laicismo 2.0 è una sorta di virus intellettuale che si è installato ovunque abbia trovato una immunodeficienza: nel comunismo ridotto a sinistrismo, nel pensiero critico marxista stravolto in pensiero progressista, nell’internazionalismo diventato cosmopolitismo e globalismo, e via deteriorando.

E, ovviamente, nella meta-corruzione: la laicità trasformatasi nella religione laicista stessa.

Il Pensiero Unico capitalistico (che può assumere più di una variante, non solo quella neoliberista) ha bisogno di un non-valore universale, che sia trasmesso attraverso ogni ordine simbolico: filosofico, letterario, artistico, scientifico.

Un piccolo ma perfetto saggio di questa trasmissione, forse perfino involontaria, lo si trova nell’articolo “I due volti della caccia alla strega blasfema” di Marco Ventura, ordinario di Diritto Canonico ed Ecclesiastico, dove si pone uno sconsiderato parallelo tra la vicenda delle provocatrici russe e quella, ben più seria, di Rifta Masih, la piccola pakistana cristiana di 11 anni, affetta da sindrome di Down, accusata di blasfemia.

Come afferma lo stesso professor Ventura in un altro luogo, “democrazia religiosa e religione democratica vanno insieme”. Il problema è che noi andiamo verso un conflitto globale. Quanto sarà armato, quanto sarà politico e quanto sarà economico, non lo possiamo ancora sapere. Sicuramente un mix di tutti e tre le dimensioni. Questo lo possiamo affermare con sicurezza perché, banalmente, è già quanto sta succedendo adesso. E quando i conflitti si acuiscono, la prima vittima è la democrazia. Se democrazia religiosa e religione democratica vanno insieme, lo stesso succede, all’inverso, quando la tendenza è l’involuzione autoritaria.

Allora la quarta dimensione del conflitto, quella simbolica, che come propaganda agisce su tutte le altre tre, deve, ancora una volta, azzerare le increspature delle coscienze così come deve essere sgombro da ostacoli il ponte di lancio di una portaerei.

È un conflitto epocale – nel senso che farà transitare da un’epoca ad un’altra – e quindi anche questo lavoro dovrà essere epocale, e il Laicismo 2.0 è ormai un collaudato strumento di lavoro. Come tutti i fenomeni epocali è e sarà caotico. Vedremo all’opera fautori della religione democratica che senza accorgersene andranno dritti nelle fauci si quelli che vogliono liquidare la vecchia democrazia rappresentativa e, a maggior ragione, sono nemici di ogni forma di democrazia diretta che abbia un minimo di capacità d’incidenza.

Già oggi vediamo atei e credenti insieme palpitare per un gruppo di deficienti che su un altare in Russia cantano “Merda, merda, merda del Signore”.

Un paradosso? Ce ne sono di peggiori. I pupari di questi idioti che vogliono schiacciare i cristiani come si schiacciano i parassiti, i cristiani li fanno già veramente massacrare in Medio Oriente dai loro scherani “democratici”.

Il Laicismo 2.0 è infatti uno strumento di supporto a chi, manovrando da Occidente, sta metodicamente distruggendo tutti i governi laici del mondo islamico.

Paradossale? Demenziale?
Così è.
Amen.

Note della Redazione


[1] Il testo completo della dichiarazione di Ferrero qui

[2] Sul cosiddetto 'olocausto ucraino' è certo utile la lettura del capitolo quinto, dedicato proprio a questo argomento, del libro di Ludo Martens, Stalin, un altro punto di vista, edito in traduzione italiana da Zambon Editore, 2005.

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