Mille soldati per una missione coloniale

Pietro Ancona

Fonte: medioevosociale-pietro.blogspot.com
3 dicembre 2009


Una gara di ruffianeria tra i due grandi partiti che controllano il Parlamento italiano per dimostrare al Capo dell'Impero, al Pentagono, quanto sia fedele e scodinzolante l'Italia pronta a mandare altri mille soldati in Afghanistan impedirà una discussione sui perchè di una decisione di guerra così grave e foriera di altri lutti, sofferenze, dolori ad una popolazione inerme e stremata dalla miseria e da bombardamenti e massacri che durano da troppi anni. Non esistono ragioni valide che giustifichino la presenza di una armata di oltre duecentomila invasori assistiti da una aviazione di guerra la più potente del mondo. Si parla genericamente di terroristi. Ma quali terroristi? Tutta l'opposizione patriottica alla invasione viene etichettata come terrorista. Ieri sarebbe stata etichettata con la parola comunista. I terroristi sono gli occidentali che da anni devastano una grande regione di civiltà musulmana adducendo motivi falsi ed abietti come l'attentato alle Torri di New York od il possesso di armi di distruzione di massa dell'Iraq di Sadam Hussein impiccato in presa diretta televisiva per mostrare la possanza dei muscoli dell'Impero. Forse i Generali romani non celebravano i loro trionfi conducendo in catene i capi delle nazioni ribelli dietro i loro carri di vittoria? Milosevic viene rinchiuso e lasciato morire in galera mentre il capo terrorista dell'UCK vezzeggiato da Madaleine Albright al Castello di Rambouillet è ora Capo del Narco-Stato del Kossovo in cui i pochi serbi superstiti vivono guardati a vista dentro reticolati e sono destinati a soccombere appena la "missione" ONU si ritirerà. L'Occidente, dopo avere avvelenato e manipolato la sua opinione pubblica con l'ideologia drogata del conflitto di civiltà e con il ridicolo pericolo delll'invasione islamica, oramai non si prende più neppure il disturbo di addurre uno straccio di giustificazione agli incessanti bombardamenti, alle stragi, all'occupazione, alla miseria imposta alle nazioni occupate e prepara carte false e pretese per la prossima vittima: l'Iran. Milioni di mutilati e enormi cumuli di macerie testimoniano l'efferatezza di una guerra per distruggere ogni forma di civiltà diversa da quella capitalistica. Il Ministro degli Esteri Frattini dichiarava ieri che la consistente presenza militare italiana durerà almeno fino alla scadenza del mandato di Karzay. Mandato ottenuto con brogli elettorali conclamati e che durerebbe un istante se ci fosse un ritiro delle truppe di occupazione! Con la decisione di mandare altri mille soldati l'Italia diventa una delle prime cinque nazioni occupanti. Dopo di noi la Francia, la Spagna e tutti gli altri "volenterosi". Forse anche la Germania. A questa posizione assai onerosa non corrisponde niente altro che qualche pacca sulla spalla di Berlusconi dell'amico "abbronzato" e niente altro dal momento che lo sforzo maggiore italiano non ha alcun premio reale e corrisponde soltanto ad un bisogno di restare a galla e di legittimazione di una oligarchia disistimata e priva di reale prestigio ed influenza nel mondo. Il prestigio l'Italia lo ha avuto quando era dalla parte della Palestina e dei Paesi arabi e sviluppava rapporti fecondi e positivi con il movimento dei non allineati. Il servilismo non porta nè prestigio nè rispetto.

Bisognerebbe rinnovare le manifestazioni mondiali per fuso orario per la pace che tanto hanno emozionato l'opinione pubblica. Milioni e milioni di testimoni per la pace in migliaia di città del mondo. I cattolici italiani che in passato hanno sempre animato le manifestazioni pacifiste e no global potrebbero tornare in piazza. Sono quasi i soli che posseggono le capacità organizzatrici e di penetrazione capillare di un movimento di alternativa alla guerra. La loro alleanza con la sinistra antagonista potrà dar vita ad un movimento contro la guerra fomentata dall'industria militare americana che non vuole rinunziare a produrre a ritmi sempre più intensi non solo mine ma quant'altro possa impegnare commesse per centinaia di miliardi di dollari.

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