Discorso pronunciato da Hassan Nasrallah (1ª parte)

Traduzione italiana da Eurasia


Ecco la traduzione dalla versione francese del discorso di Nasrallah, capo di Hezbollah pronunciato a Beyruth venerdì 22 settembre di fronte a centinaia di migliaia di persone in occasione della celebrazione del Giorno della Vittoria. Il discorso è stato ritrasmesso in diretta dalle principali catene satellitari arabe ed è stato integralmente trascritto sul sito di di Al-Manar

Nel nome di Dio misericordioso, lode a Dio e salute al nostro profeta Maometto.

Saluto voi persone onorevoli e lodo Dio che ha mantenuto la sua promessa e ha concesso la vittoria al Libano e al popolo libanese contro il nemico del Libano.

Miei fratelli e sorelle, signore e signori, in questo 22 settembre avete di nuovo stupito il mondo e dato prova di essere veramente un grande popolo, fiero, fedele e coraggioso. Da parecchi giorni, certe persone stanno conducendo una guerra psicologica contro questo raduno, come avevano fatto contro la resistenza al momento delle ostilità. Per terrorizzare le persone e dissuaderle dal venire a questo incontro, avevano detto che questa piazza dove noi siamo riuniti sarà bombardata e che questo podio sarà distrutto. In questo 22 settembre, voi dimostrate, festeggiando la vittoria, di essere ancora più coraggiosi di quanto lo foste il 12 luglio e il 14 agosto.

Sì, io sto di fronte a voi e tra di voi ; questa è l’assunzione di un rischio sia per voi che per me. C’erano altre possibilità e, fino all’ultimo momento, abbiamo discusso [sulle modalità della mia partecipazione a questo incontro] ; tuttavia, il mio cuore, il mio spirito, la mia anima non mi hanno permesso di rivolgermi a voi in differita o attraverso uno schermo. La cosa peggiore che si possa prevedere è che il nemico commetta un errore o un crimine. Ma, questo nemico sa chi siamo ? Noi siamo i figli di quell’imam che disse : « Mi minacci con la morte ? Noi siamo abituati alla morte e morire nel martirio fa parte della nostra dignità. »

Siete tutti i benvenuti, dal Sud resistente e combattente, alla Bekka incrollabile, al Nord fedele, alla montagna fiera, alla Beyruth dell’arabismo, alla periferia degna e fiera, siete tutti i benvenuti. Dai campi profughi palestinesi del Libano – siete tutti i benvenuti – dalla Siria, dall’Iran, dal Kweït, dal Bahreïn, da ogni paese da cui siete giunti per celebrare la vittoria e gioirne.

La pace, la misericordia e le benedizioni di Dio siano su di voi ; la pace sia sui vostri martiri e sulle loro famiglie, la pace sia sui vostri feriti e sulle vostre ferite sanguinanti, la pace sia sui vostri prigionieri, la pace sia sul vostro sangue e sulle vostre lacrime, la pace sia sui vostri orfani e sulle vostre vedove, la pace sia sulle vostre case distrutte e sulle vostre proprietà bruciate, la pace sia sulle vostre anime e sulla vostra solida volontà, solida più delle montagne del Libano.

Oggi noi celebriamo una grande vittoria divina, storica e strategica. Come può una mente umana immaginare che alcune migliaia di vostri figli resistenti libanesi – se volessi potrei dirvi il numero esatto – abbiano tenuto per 33 giorni, su un terreno scoperto, di fronte al più forte esercito aereo della regione, che ha avuto a sua disposizione un ponte aereo che collegava l’America a « Israele » attraverso la Gran Bretagna e che lo alimentava di bombe intelligenti ; contro quarantamila ufficiali e soldati, quattro brigate delle forze d’élite, e tre divisioni della riserva ; e di fronte alla più forte forza d’attacco al mondo e contro il più forte esercito della regione ?

Com’è accaduto che solo poche migliaia abbiano potuto tenere, combattere in condizioni dure e difficili, cacciare le navi da guerra dalle nostre acque territoriali – se è il caso, l’esercito e la resistenza sono capaci di proteggere le nostre acque territoriali dalla spazzatura sionista – distruggere carri Mirkava che sono l’orgoglio dell’industria israeliana, danneggiare i loro elicotteri di giorno come di notte, trasformare le loro brigate d’élite – lo dico senza esagerare, consultate i media israeliani – in topi spauriti ?

[Tutto questo] mentre eravate abbandonati da tutti e dagli Arabi e in preda ad una profonda divisione politica interna ; in ogni caso, la solidarietà umana è stata grande.

Come avrebbe potuto quel gruppo di moudjahiddin distruggere quell’esercito senza l’appoggio e l’aiuto di Dio onnipotente ?

E’ un’esperienza. L’esperienza della resistenza, che dovrebbe essere trasmessa al mondo, si basa sulla fede, la certezza, l’appoggiarsi su Dio e su una preparazione morale e spirituale al sacrificio ; si basa anche sulla ragione, la pianificazione, l’organizzazione, l’addestramento e l’armamento e, come si dice : guardiamo a queste cause e non agli effetti.

Noi non siamo una resistenza disorganizzata, non siamo una resistenza sofisticata, non siamo una resistenza che non vede lontano, non siamo una resistenza disordinata. [Siamo] La resistenza pia, che dipende da Dio, che ama, bene informata ; è anche la resistenza sapiente, ragionevole, pianificatrice, addestratrice ed equipaggiata. È il segreto della vittoria che noi oggi celebriamo, fratelli miei, sorelle mie.

Questa vittoria ha bisogno di una presa di posizione coraggiosa come quella di oggi. Oggi voi inviate un messaggio politico e morale, forte, estremamente importante e di grande gravità ai Libanesi, agli Arabi e al mondo intero, amici e nemici.

Avete stupito il mondo quando avete, in quanto popolo, resistito dal 12 luglio al 14 agosto. Hanno parlato delle nostre divisioni e frammentazioni ma voi, i profughi e coloro che li hanno accolti, avete resistito durante tutto quel periodo.

Giunto il 14 agosto, hanno scommesso sul fatto che la costante presenza di profughi sui luoghi di sfollamento avrebbe messo pressione alla resistenza, per poterle imporre più condizioni. La resistenza non si è sottoposta ad alcuna condizione.

Ma, di nuovo, avete stupito il mondo quando gli sfollati sono ritornati a casa su macchine, camion e, certi, a piedi ; alle ore 8, la periferia sud di Beyruth, il Sud del Libano e la Bekaa si sono riempiti dei loro abitanti che, fieri e con onore, tornavano a casa a testa alta.

Oggi, voi meravigliate il mondo e dite all’Americano che, qualche giorno fa aveva dichiarato « abbiamo ricevuto segnali positivi dal Libano : la popolarità della resistenza è diminuita ed essa comincia ad indebolirsi e a sfaldarsi » !

Eccolo il popolo della resistenza !

Io dico a quell’Americano : devi muovere rimprovero a quelli che ti redigono i rapporti, a quei mentitori che vi inviano false informazioni sulle quali avete fatto calcoli fasulli.

Oggi dobbiamo insistere sul fatto che questa guerra era una guerra americana in termini di decisione , di armi, di pianificazione e di volontà, e che noi abbiamo fatto via via saltare i tempi ai sionisti : una settimana, due settimane, tre, quattro ... Ciò che ha fermato la guerra è stata l’impotenza dei Sionisti.

Ricordatevi gli ultimi giorni : il maggior numero di carri è stato distrutto venerdì, sabato e domenica ; il maggior numero di uccisi tra i soldati d’occupazione è caduto venerdì, sabato e domenica ; gli elicotteri si sono schiantati venerdì, sabato e domenica. Ecco perché i Sionisti hanno preso coscienza che, se avessero continuato, per loro sarebbe stato il tracollo. L’Americano è allora intervenuto e ha pure accettato le bozze [di una risoluzione] e la guerra si è fermata.

Hanno fermato la guerra non per il Libano o per i bambini del Libano o per il sangue delle donne del Libano o per il bel Libano. Hanno fermato la guerra unicamente per Israele e in Libano sono venuti a « raccontarcela al contrario ». I nostri « amici americani » hanno fermato la guerra ? I primi due giorni, i « nostri amici americani » non avevano accettato di fermare la guerra e avevano rifiutato [di fermarla] la prima, la seconda, la terza e la quarta settimana. Per tutto un mese non hanno guardato la bellezza del Libano ? Ma essi avevano parlato, e tale espressione era stata impiegata da certi canali diplomatici, di schiacciare Hezbollah e, dopo l’annientamento di Hezbollah, sarebbero stati regolati i conti con i suoi amici, con i suoi alleati e con i militanti della linea patriottica, sovrana e indipendente. Quello che ha fermato la guerra – dopo la grazia di Dio onnipotente – sono stati i vostri fanciulli resistenti e questo popolo fiero, fedele e coraggioso che ha accolto la resistenza e l’ha sostenuta da una frontiera all’altra e le ha dato rifugio nelle sue moschee, chiese, monasteri e scuole. Ecco che cosa ha fermato la guerra ! E chi veramente merita di festeggiare questa vittoria siete voi qui presenti.

Tra noi abbiamo delle divergenze : ciò che è accaduto al Libano è una vittoria o una sconfitta ? Non voglio entrare in questo registro, ma vi dico : chi ritiene che a trionfare siano state la sua scelta, il suo progetto, la sua linea e la sua visione, sente la vittoria e di essa parla. E chi ritiene di essere stato battuto, parla di sconfitta.

Noi pensiamo di avere vinto ; il Libano ha vinto ; la Palestina ha vinto ; tutta la nazione araba ha vinto ed ogni debole, oppresso, aggredito di questo mondo ha vinto.

La nostra vittoria non è la vittoria di un partito. Ripeto quello che dissi a Bint Jbeil il 25 maggio 2000 : non è la vittoria di un partito o di una comunità ; è piuttosto una vittoria del vero Libano, del vero popolo libanese e di ogni persona libera di questo mondo.

Non deformate questa grande vittoria storica. Non imprigionatela in scatole di parte, di setta, di comunità o di regione. Questa vittoria è troppo grande per essere da noi compresa. Le settimane, i mesi, gli anni a venire lo confermeranno.

Mi basti dire, sulla base dei risultati diretti : la vostra resistenza e la vostra determinazione hanno fatto fallire tutti gli obiettivi dell’aggressione. E questo è una vittoria. La vostra resistenza e la vostra determinazione hanno assestato un duro colpo al progetto di Nuovo Medio Oriente di cui Condoleezza Rice evocava la nascita durante la guerra di luglio. Ma il [progetto] era nato morto, perché era un figlio illegittimo. La vostra resistenza e la vostra determinazione hanno svelato le ingannevoli politiche degli USA che parlano di diritti dell’uomo, di libertà, di democrazia e di rispetto. La vostra determinazione e la vostra resistenza hanno messo a nudo gli Stati Uniti e hanno accresciuto il livello di coscienza e di ostilità ( la coscienza prima dell’ostilità) non solo nel mondo arabo e musulmano, ma nel mondo intero.

Sulla vostra determinazione e resistenza, un uomo come Chavez, che io definisco grande, grande, grande arabo, ha fatto questa dichiarazione alle Nazioni Unite : « La resistenza libanese ispira oggi tutti i resistenti del mondo, tutti i liberi del mondo, tutte le persone d’onore del mondo e tutti quelli che rifiutano l’umiliazione e l’asservimento agli USA ».

Questa è la nostra vittoria e questo è il risultato della nostra battaglia.

Sull’esempio della vostra resistenza del 2000 che fu un modello per i movimenti di liberazione, questa del 2006 è un modello di determinazione leggendaria, di determinazione miracolosa. È una prova forte per tutti gli Arabi e musulmani, per i dirigenti, gli eserciti e i popoli.

Ieri, la Lega araba è andata al Consiglio di Sicurezza a postulare la pace e una regolamentazione. Io dico loro : non vi parlo dell’eliminazione di « Israele », vi parlo dell’accordo che mendicate. Come potete ottenere una regolamentazione onorevole mentre annunciate in continuazione che non combatterete, né per il Libano, né per Gaza, né per la Cisgiordania e neppure per Al-Quds ? Come potete, allora, ottenere un accordo ragionevole mentre annunciate in continuazione che non userete l’arma del petrolio ? E se qualcuno vi viene a nominare quest’arma, voi lo prendete in giro dicendo : « Questo è sorpassato ! »

Voi non volete combattere, non volete boicottare, non volete utilizzare l’arma del petrolio, non permettete ai vostri popoli di scendere in piazza per protestare, impedite alla resistenza in Palestina di armarsi, l’assediate e non le date i fondi necessari, l’affamate e bloccate i salari giusto per compiacere Condoleezza Rice.

Come contano questi Stati di ottenere un « accordo giusto od onorevole » ? L’Israeliano almeno vi riconosce ? Io vi dico che gli Israeliani oggi vedono la resistenza del Libano ed il suo popolo con grande rispetto e considerazione. Quanto a tutti quelli senza dignità, essi non valgono niente agli occhi di Israele.

Anche l’iniziativa araba a Beyruth necessita di una franca presa di posizione, sugli uomini e sulla forza. Se non volete utilizzare la forza, almeno minacciate di utilizzarla. Il ritornello che consiste nel dire che noi siamo deboli non basterà. Il popolo libanese ha dato prove forti a tutti i popoli del mondo. La resistenza libanese ha dato prove forti a tutti gli eserciti arabi e musulmani. Gli eserciti e i popoli arabi non solo sono capaci di liberare Gaza, la Cisgiordania e Gerusalemme-Est, ma sono capaci di recuperare la Palestina dal mare al fiume. Il problema nasce quando una persona si trova di fronte a due scelte : o il suo popolo o il suo trono, e sceglie il suo trono. Quando deve scegliere tra Gerusalemme e il suo trono, sceglie il suo trono. Quando deve scegliere tra la dignità della sua patria e il suo trono, sceglie il suo trono.

Una caratteristica delle resistenze libanese e palestinese è che esse hanno scelto, prima di ogni altra considerazione, la dignità del loro popolo, i loro principi sacri e le loro libertà. Esse hanno offerto in sacrificio i loro dirigenti, i loro bambini e tutti i loro cari per ricongiungersi al trono di Dio altissimo ed onnipotente.

Oggi la vostra resistenza ha scosso l’immagine di Israele : abbiamo frantumato l’immagine di un esercito invincibile e anche quella di uno Stato imbattibile, « in effetti, ce ne siamo sbarazzati ». Non vi sto lusingando e non lancio slogan, vi basti leggere quello che accade nella Palestina occupata, quello che dicono i Sionisti e quello che si sta svolgendo tra i generali [israeliani] e i loro dirigenti.

Ecco Olmert che oggi protesta e si chiede perché noi festeggiamo la vittoria. Il giornale Yediot Aharanot ha effettuato un sondaggio di opinione che poneva la domanda : « Quale persona giudicate adatta a diventare ministro in « Israele » ? Olmert ha ottenuto il 7 % e l’eroico ministro della guerra Amir Peretz ha ottenuto l’1 % !

Questo è « Israele », il quale vede la sua entità politica scossa, le sue istituzioni militari e i suoi servizi segreti sconfitti. La sua immagine è oggi cambiata. Nessun dirigente o regime arabo per accettare nuove concessioni e la sottomissione a condizioni umilianti può addurre pretesti e giustificare questo di fronte alla nostra nazione con : « noi non possiamo fare nulla con Israele ».

Una volta, un saggio ha detto : « Se ognuno di noi avesse portato un secchio d’acqua e l’avesse versato sulla Palestina occupata, « Israele » sarebbe scomparso dall’esistenza ». Quando uno, due o trecento milioni di persone affrontano « Israele », possono vincerlo ; in Libano alcune migliaia hanno sconfitto « Israele ». Questo argomento [invincibilità di Israele] è decaduto. Dobbiamo entrare in una nuova fase, una nuova epoca ; un’epoca in cui siamo noi a dettare le nostre condizioni al nemico, l’epoca in cui noi riscopriamo la nostra dignità, libertà, sovranità e i nostri sacri principi.

Ci troviamo in un giorno di vittoria divina e, prima di parlarvi della situazione interna vorrei sottolineare due punti, come feci il 12 luglio : i nostri cuori, sentimenti e tristezze si trovano oggi in Palestina. Essi sono a Gaza, Ramallah e Napluse ; sono a Jenin, ad Al-quds e in ogni città, villaggio e campo palestinese bombardato quotidianamente ; sono con i giovani palestinesi uccisi quotidianamente e con le case palestinesi quotidianamente distrutte ; mentre il mondo intero resta silenzioso e così il mondo arabo ancor prima del resto del mondo.

Fino a quando questo silenzio ? Fino a quando sopporteremo quest’onta ? Nessuno vi chiede di schierare i vostri eserciti per difendere il popolo palestinese, ma solo di portare a questo popolo un sostegno morale, politico e finanziario e di fornirgli un equipaggiamento militare.

In Palestina, vi sono dei capi, dei saggi, delle fazioni, dei movimenti, dei giovani, degli uomini, delle donne e dei bambini capaci di rinnovare il miracolo divino in terra di Palestina.

Il secondo messaggio [prima di affrontare la situazione interna del Libano] riguarda l’Iraq. Noi [libanesi] dobbiamo guardare all’Iraq come a un insegnamento ; se la guerra contro il Libano avesse avuto successo, gli Americani avrebbero applicato il modello iracheno al Libano.

Durante la guerra, noi [libanesi] abbiamo dato dei martiri, provenienti dalla resistenza, dall’esercito, dalle forze di sicurezza, dalla difesa civile, dalla croce rossa, dai media, dalle istituzioni, dai diversi partiti e dal nostro amato popolo. Abbiamo offerto circa 1200 martiri.

In Iraq, dalle 10.000 alle 15.000 persone sono uccise, ogni mese, in una guerra caotica, amministrata, finanziata e portata avanti dagli Americani e dal Mossad.

Noi [La resistenza libanese] abbiamo protetto il Libano dalla guerra civile.

Alcuni dicono che la resistenza libanese spinga alla guerra civile. Noi rispondiamo : mai !

Se Israele avesse vinto, il Libano sarebbe stato spinto alla guerra civile e avreste sentito delle voci fare l’apologia del federalismo, dei cantoni e della divisione ; avreste visto il linguaggio israeliano riprendere di nuovo il suo corso.

L’Iraq è l’archetipo sul quale si deve costantemente meditare. Il messaggio che dobbiamo sempre rivolgere al nostro popolo in Iraq è : pazienza, dominio di sé, saggezza, persistenza, non cadere nella trappola della guerra civile e non scendere a patti col nemico.

Quanto al Libano, il nostro messaggio è : la nostra comune salvezza e la nostra speranza stanno nella costruzione dello Stato resistente, forte, giusto, fiero e integro. Ecco la speranza. In principio, questo deve essere il punto in cui i Libanesi si ritrovano assieme.

Da questo luogo noi annunciamo, in nome del sangue dei nostri martiri e anticipiamo gli eventi affermando che :

- ogni discorso nel Libano sulla divisione è una retorica israeliana

- ogni discorso nel Libano sul federalismo è una retorica israeliana

- ogni discorso nel Libano sui cantoni è una retorica israeliana.

Libanesi, il nostro destino, la nostra decisione, il nostro avvenire, stanno nel vivere insieme in modo egualitario in un solo Stato, tale è la volontà di Dio. Noi rifiutiamo la sua divisione, la sua federalizzazione o la sua divisione in cantoni.

A proteggere l’unità del Libano è la costruzione di uno Stato forte, resistente e giusto. A proteggere la sovranità del Libano dalla cupidigia sionista è lo Stato forte, resistente e giusto. A trattare le crisi della vita quotidiana e sociale dei Libanesi e dei residenti nel Libano è lo Stato forte, resistente, giusto, integro e fiero. A questo noi tutti aspiriamo. Uno Stato forte e resistente significa uno Stato che può con fierezza recuperare ogni particella della sua terra colonizzata, proteggere ogni goccia d’acqua dei fiumi Al-Wazzani, Al-Littani e Al-Hasbani ; che è capace di impedire al nemico di violare quotidianamente la sua sovranità ; che assicura al suo popolo una vera protezione con armi, forza, ragione, unità, organizzazione, pianificazione e con una volontà nazionale. Quanto alle lacrime, esse non proteggono nessuno.

Vogliamo uno Stato forte, resistente, giusto, integro e indipendente che rifiuti ogni tutela ed egemonia straniere.

Lo Stato degno e fiero è uno Stato che non si piega a nessuna condizione umiliante ; uno Stato integro è uno Stato in cui non c’è alcun posto né per le appropriazioni indebite, né per gli sperperi, né per il banditismo.

Di questo Stato noi tutti abbiamo bisogno

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