Pianificazione, cifre, modalità delle stragi ebree nella seconda guerra mondiale: una discussione possibile e necessaria

ADN KRONOS - Intervista a Claudio Moffa

Fonte: http://www.claudiomoffa.it/
7 ottobre 2010


Nel corso della sua lezione, lei ha affermato che non c'è alcun documento di Hitler che dicesse di sterminare tutti gli ebrei e che la shoah e' un'arma ideologica. Vuole dire che non è esistita alcuna soluzione finale? E che la shoah è una speculazione fatta dagli stessi ebrei?

Non esiste la certezza assoluta ed eterna nella ricerca storica: è comunque è condiviso da tutti – compresi storici ortodossi come Hilberg e Poliakov - che non esistono documenti attestanti un ordine di sterminio di Hitler. La "soluzione finale" della "questione ebraica" in Germania pianificata dai nazisti era quella "territoriale", organizzare – peraltro d'accordo con i sionisti, fatto stranoto agli storici – l'emigrazione in massa degli ebrei tedeschi e austriaci verso la Palestina, in vista della fondazione dello Stato d'Israele. Un orribile pulizia etnica, ma non uno sterminio fisico. Quanto alla speculazione odierna della shoah, ne parlano molti giornalisti e studiosi ebrei, fra cui lo storico Norman Finkelstein, figlio di deportati ad Auschwitz, e autore dell'Industria de l'Olocausto edito in Italia da Rizzoli. Anche la cronaca odierna ce ne offre un esempio.

Tanti documenti audiovisivi mostrano le sofferenze degli ebrei e la morte degli ebrei in quegli anni e il numero impressionante di persone che sono state uccise. Lei nega la veridicità di tutte quelle immagini e il fatto che siano stati sterminati 6 milioni di ebrei?

Il problema delle fonti è sempre cruciale nello studio della storia. "Tutto è storia" diceva Lucien Febvre nelle Annales. Da cui l'importanza della memoria, da combinarsi però sempre con altra documentazione, perché come ho ricordato a lezione, il caso Enric Marco – il millantatore spagnolo che vantava di essere stato deportato ad Auschwitz e venne sbugiardato da tutta la stampa – dimostra quanto il terreno della memoria, che non coincide mai perfettamente con la storia, sia scivoloso. Quanto alle foto, è noto che possono essere truccate, da Timisoara al miliziano finto caduto della guerra civile spagnola. Ma moltissime drammatiche foto di ebrei nei campi di sterminio sono senz'altro vere. Ma vede, se io guardo una foto con l'orribile scena di alcune centinaia di cadaveri, sono portato per emotività comprensibile a trasformare quella foto – prova degli orrori dei lager – in una prova che il numero delle vittime è stato di 6 milioni. Non basta, il numero dei 6 milioni di vittime ebree esisteva già nella prima guerra mondiale, come da documento illustrato a lezione. Da cui un dibattito ormai sedimentato sul numero di morti ebrei, una delle popolazioni che ha subito sofferenze indicibili della seconda guerra mondiale, come i sovietici e gli abitanti di Hiroshima, Nagasaky e Dresda.

Grandezza umana e politica di ahmadinejad quali sono le virtù mostrate da ahmadinejad in questi anni e come giudica le sue dichiarazioni periodiche sulla distruzione di israele

In occidente c'è una campagna contro l'Iran che ricorda quella contro l'Iraq di Saddam Hussein e le inesistenti "armi di distruzione di massa" a cui hanno creduto tanti organi di stampa. Per quel che mi riguarda trovo apprezzabile lo slogan "armi nucleari per nessuno, energia nucleare per tutti", credo che la lapidazione sia un barbaro metodo di uccisione dentro il fenomeno negativo della pena di morte – e bene ha fatto Ahmadinejad ad abrogarla di fatto. Quanto alla "distruzione" di Israele è una semplificazione di altra richiesta: da una parte il diritto al ritorno dei profughi palestinesi, dall'altra che Israele si trasformi in uno stato bietnico. Sa chi propone, fra gli altri, una soluzione del genere? Israel Shamir, un altro dei docenti del mio master. Ma mi lasci ritornare in attimo alla mia lezione sulla Shoah: Repubblica riporta l'invito di Renzo Gattegna agli storici che mettono in dubbio cifre, modalità e pianificazione dello sterminio degli ebrei "a visitare lo Yad Vashem e a studiare la documentazione che è là depositata". Accetto l'invito, e rilancio: non solo lo Yad Vashem ma anche Auschwitz e gli archivi tedeschi, e non io solo, ma una equipe di studiosi mista, compresi i cosiddetti revisionisti, per dar vita a una svolta in questa lacerante polemica. Un confronto, anche pubblico fra le diverse tesi su quello che resta un orrore della II guerra mondiale, la strage di ebrei nei lager nazisti.

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