Lidia Menapace
16 maggio 2007
Fonte: Lista Peacelink Pace.
Insieme a Martone, nella nostra qualità di capigruppo di Prc rispettivamente nella Commissione Esteri e Difesa del Senato ho firmato una dichiarazione molto critica verso la posizione del Governo sulla fase di "difesa attiva" corredata di mezzi e uomini avviata in Afghanistan. Riconfermo che le dichiarazioni del ministro mi hanno lasciata preoccupatissima. Sono certa che le misure prese non diminuiscono i rischi dei nostri soldati, ma li aumentano, perchè infrangono il nostro modo di stare in un paese occupato senza inimicarsi la popolazione e fanno credere o pensare o danno ragione a chi sostiene che siamo arresi al comando Usa o Nato senza alcuna possibilità o capacità di contrattare. L'unilateralismo statunitense non è per niente scalfito.
Se lì dove siamo stanziati gli USA bombardano la popolazione civile e chiedono aumenti di presenza miitare italiana e la ottengono, come pensare che i Talebani non ne approfittino facilmente per convincere la popolazione che non ci si può fidare di noi? E come pensare che possano credere in una conferenza di pace? Questa sciagurata proposta minaccia tutta la politica estera del governo e non diminuisce i rischi di chi sta in Afghanistan.
A questo punto propongo che rinegoziamo col governo la nostra posizione, sulla base di precisi riferimenti costituzionali e non su indivdualistiche e soggettive e discutibili questioni di "coscienza". Qui è in atto una precisa iniziativa Usa e Nato di trascinarci in una impresa di risoluzione di una controversia internazionale con la guerra, il che ci è formalmente interdetto dalla seconda parte del primo comma, art.11 Cost. Il ministro può dire fino a domani che la natura della nostra missione non muta, ma non risulta credibile per niente al mondo."