Finalmente rivelata la paternità dell'11 settembre

Massimo Mazzucco
15 marzo 2007
Fonte: luogocomune.net


(Questo articolo ha più di tre anni!)


Khalid Sheikh Mohammed
e la Grande Cospirazione Araba
contro l'Occidente

Luogo comune
16 marzo 2007
Khalid Mohammed

Guardate bene quest'uomo: oggi, 21 settembre 2003, è il principale numero d'attrazione sui maggiori media americani. E' lui, Khalid Mohammed, il vero motivo per cui da due anni non saliamo più su un aereo senza palpitazioni (aggiuntive), non guardiamo più un grattacielo con la innocente meraviglia di una volta, non riusciamo più a prendere in mano il tovagliolo bianco e rosso della pizzeria senza pensare =arabo =terrorista =maledetto sia Allah. Costui è il vero e proprio cervello degli attentati alle torri, il "mastermind", come lo definisce ufficialmente il dipartimento di stato americano da quasi un anno, ovvero dal giorno in cui è stato arrestato, in quel del Pakistan: egli è la mente prima, l'organizzatore diabolico, il deus ex-machina di quel complesso meccanismo super-tecnologico che ha permesso, l'undici settembre di due anni fa, di concertare gli attacchi di New York e Pentagono con la precisione che tutti abbiamo visto in diretta TV. Non fatevi confondere dalla cannottiera: quello che a prima vista sembra un camionista qualunque, svegliato rudemente dai carabinieri alle tre di notte per aver parcheggiato il TIR in posizione pericolosa, è in realtà un terrorista che indossa la maglietta ufficiale dei campi di addestramento di alqueda. Non fatevi ingannare dal capello unto che non vede l'ora di arrivare ad Amburgo per farsi una bella doccia, ...

... oppure dall'occhio iniettato di sangue, che sembra tanto dire "ma perchè rompete i coglioni proprio a me?", quelli sono solo i veleni rimasti in circolo in quel corpo satanico, che ne produce in quantità industriali, e da qualche parte deve pur scaricare.

Ma allora, scusate, Osama bin Laden chi era?

"Irrelevant", lo ha definito già da tempo (cioè da quando hanno capito che non ci stava a farsi prendere) il meta-presidente americano Bush (non nel senso di "super", ma nel senso che l'altra metà è Cheney). Come già detto, Khalid stava già nelle patrie galere da quasi un anno, tormentato notte e giorno dagli uomini dell'FBI. Ma allora, perchè tirarlo fuori proprio oggi? Beh, diciamo che ieri è successa una cosa poco simpatica, che potrebbe anche, in via del tutto teorica, aver qualcosa a che fare con l'evento: il senatore democratico Ted Kennedy, vera e propria spina nel fianco dell'armata repubblicana - ieri ha scagliato il più violento attacco contro l'amministrazione Bush dal 12 settembre 2001 ad oggi.

Li ha apertamente accusati di aver ordito nel minimo dettaglio l'attacco all'Iraq ben tre mesi prima che avvenisse, montando poi "una vergognosa frode verso l'intero popolo americano", con le bugie per convincerlo dell'urgenza di andare a disarmare Saddam di armi che non aveva. E un immediato sondaggio nazionale ha stabilito che ben il 47 per cento degli americani crede alla parole di Kennedy, col 31 che resta invece fedele a Bush, e il 22 per cento incerto.

Che fare? Visto che evidentemente sottomano non c'era di meglio, si è rispolverato il buon Khalid, annunciando al mondo che finalmente aveva "cantato". Sarebbe bastato?

Pare proprio di sì: oggi infatti sembra che l'unica notizia di rilievo sia la confessione del camionista introverso. A questo punto, calata la carta giusta, perchè non approfittarne e correggere anche un pò il tiro laddove al versione ufficiale faceva più acqua? Ed ecco che Khalid di colpo si ricorda di aver discusso il piano d'attacco con Osama - puro capo "spirituale", in questa nuova versione, alla stregua di un nostro "ideologo" - non più nel lontano '99, ma addirittura nel '96. Ovvero, cinque anni abbondanti per preparare nel minimo dettaglio un attentato che si sono poi dimenticati di rivendicare. Ma perchè ciò sarebbe interessante? Perchè così scopriamo che, in realtà, gli attacchi previsti erano quasi il doppio (più attacchi, più tempo per prepararli, no? Li alleni uno alla volta, i dirottatori!) con ben 22 attentatori nella "prima ondata", seguiti da una seconda ondata che avrebbe dovuto immolarsi su bersagli sulla West Coast americana. Così intanto non mi si rilassano nemmeno troppo quelli di là, e poi, sopratutto, vengo a scoprire che la seconda ondata sarebbe stata composta non da comunissimi attentatori sauditi - che al mercato te li tirano dietro a quindici alla volta - ma da ben più astuti, raffinati e letali martiri, provenienti da "zone contigue del medio oriente". E che cosa confina coll'Arabia Saudita?

Tombola! Oltre a neutralizzare il missile Kennedy ancora in volo, ecco finalmente uscire dal cilindro di Cheney la tanto agognata prova di un collegamento fra Saddam e Alqueda (nemmeno una bolletta del telefono, finora, erano riusciti a far saltar fuori). Ora invece non potremo più dire che siamo andati in Iraq per niente, giusto? (Guardate che un rovescio da fondocampo come questo, con la palla che sembrava ormai perduta, non è da poco, ammettiamolo).

E tutto grazie al due di picche Khalid, che pur sottoposto da quasi un anno a torture inimmaginabili (volete mica che il "mastermind" in persona venisse trattato ad aragosta e champagne?), solo ieri, grazie ad una congiunzione astrale che si ripete un millennio ogni sette, si è deciso finalmente a cantarla fino in fondo.

(Ma l' "altra ondata", scusate, quella che non ha mai colpito, dove è finita? Non saranno mica diventati tutti "cellule dormienti" nel motel giù all'angolo, pronte a risvegliarsi al momento del bisogno? Offro un gelato a tutti se entro un mese questi fantasmi col tovagliolo sopra il lenzuolo non tornano a materializzarsi in qualche modo nei nostri sonni già agitati. Oh, qui non si butta mica via niente!)

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