Kyrghizistan: la nuova "democrazia" al lavoro

Non c'è solo la europea Lituania, sede dell'ultimo vertice NATO, dove la popolazione russofona viene gravemente discriminata nel più totale silenzio delle istituzioni europee. Secondo Alessio Marchetti, corrispondente da Praga di "Reporter Associati", nel Kirghizistan sarebbe al via una campagna di pulizia etnica contro i residenti russi. Riportiamo di seguito la corrispondenza di Marchetti

Dopo i recenti sconvolgimenti politici, la folta comunita' russa in Kyrghizistan teme l'inizio di una campagna discriminante nei propri confronti. L'ambasciata russa a Bishkek in queste settimane viene continuamente interpellata in merito alle procedure di emigrazione verso la Russia, considerata piu' sicura dopo la diffusione, piu' o meno velata, di voci su violenze nei confronti della comunita' non Kyrghiza.

I leader della cosidetta Rivoluzione dei Tulipani, che hanno preso il potere lo scorso 24 marzo, smentiscono le notizie di discriminazione etnica nei confronti degli slavi , definendole propaganda "controrivoluzionaria" e invitano la popolazione kyrghiza a rimanere unita. Secondo Ishengul Boljurova, ministro per gli affari sociali, si tratta di speculazioni diffuse da circoli facente parte all'ex presidente Askar Akaev.

Lo scorso 18 aprile l'ambasciata russa si e' rivolta all'oltre mezzo milione di cittadini russi residenti in Kyrghizistan mettendoli in guardia su possibili situazioni di conflitto etnico, incitate dal nuovo movimento al potere. Voci di volantini incitanti al conflitto etnico e al sequestro delle proprieta' dei non kirghizi sono stati diffuse anche dalla televisione, che ha accresciuto le polemiche e le paure.

La situazione si e' aggravata con le notizie provenienti dalla cittadina di Maevka, dove, secondo voci non confermate, i proprietari costringevano con la violenza i non kyrghizi ad abbandonare le case. Secondo sempre fonte russa, sono stati diffusi volantini in cui si chiedeva di togliere le case ai russi. Le autorita' di Bishkek continua a ripetere che questi presunti volantini sono soltanto frutto della fantasia e che tutti ne parlano ma nessuno li ha mai visti.

Ma i russi kyrghizi non si fidano e continuano a presentarsi in massa all'ambasciata per avere notizie su come lasciare il paese.

 L'attuale ministro degli esteri kyrghizo, Roza Otunbaeva, la scorsa settimana ha incontrato gli ambasciatori di Russia, Ucraina e Bielorussia per assicurarli che la situazione e' sotto controllo e trattata con la massima considerazione, specificando che la popolazione slava-kyrghiza rappresenta una ricchezza per tutto il paese. Anche il premier in carica del governo kyrghizo ha cercato di assicurare Russia, Bielorussia e Ucraina, condannando, allo stesso tempo, ogni tentativo di restaurazione del passato.

Le voci comunque sono confermate indirettamente dal ministro del lavoro e del welfare Alevtina Pronenko, il quale ha riferito che molti kyrghizi si sono presentati al ministero chiedendo di avere gli appartamenti dei russi, una volta partiti.

Alessio Marchetti

23 Aprile 2005


Ritorna alla prima pagina