Le truppe inglesi dovrebbero andarsene dall'Iraq
Lo dice il loro comandante

Deborah Haynes e Peter Graff

Reuters, 13 ottobre 2006


LONDRA (Reuters) - Il comandante delle forze armate britanniche ha detto che la presenza delle sue truppe in Iraq sta contribuendo ad esacerbare la situazione e che i soldati dovrebbero essere ritirati presto.

In un intervista con il quotidiano Daily Mail, il generale Richard Dannatt ha apertamente criticato la pianificazione della strategia adottata in seguito all'invasione statunitense del 2003 e ha dichiarato che la presenza britannica in Iraq danneggia la sicurezza britannica nel mondo, cosa che il primo ministro Tony Blair continua, invece, ha negare.

I commenti polemici di Dannatt, assolutamente fuori dal comune per un ufficiale in servizio del suo rango, sono stati subito ripresi dalle voci più critiche alla guerra, costringendo il generale un'altra serie di interviste a radio e televisioni in cui ha cercato di calmare la tempesta che ha scatenato.

Nei nuovi interventi, il comandante delle forze armate ha dichiarato di non aver detto "nulla di nuovo o che fosse degno di nota".

"Non era mia intenzione creare questo clamore, da cui la gente sembra avere dedotto che ci sia un disaccordo fra me e il primo ministro", ha detto Dannatt in un'intervista con una radio della BBC.

Nell'intervento sul Daily Mail, il generale ha detto: "Penso che la storia mostrerà che la pianificazione di quello che è avvenuto dopo l'iniziale successo della fase di combattimento sia stata scarsa, e probabilmente più basata su una visione ottimistica che non su una seria riflessione".

"Non dico che le difficoltà che stiamo incontrando nel resto del mondo siano causate dalla nostra presenza in Iraq, ma indubbiamente la nostra presenza là contribuisce ad esacerbare i problemi".

La Gran Bretagna dovrebbe "andarsene in fretta perché la nostra presenza contribuisce al peggioramento dei problemi legati alla sicurezza".

Nelle interviste rilasciate in seguito, però, Dannatt ha detto che non intendeva consigliare un ritiro immediato delle truppe.

"Sono un soldato. Non ci arrendiamo. Non alziamo la bandiera bianca. Resteremo fino alla fine", ha detto il generale. "Ma dobbiamo comunque superare questa situazione. Non possiamo rimanere là per anni".

Dicendo che la presenza delle truppe britanniche rende la situazione peggiore, Dannatt ha sostenuto di non aver fatto altro che sottolineare una cosa già evidente, anche se in alcuni luoghi, come ad esempio Bassora, la presenza dei militari di Sua Maestà porta ancora benefici.

Il generale ha, però, riconosciuto che le aspettative della missione devono essere ridimensionate rispetto a quanto previsto all'inizio e che ora l'obiettivo principale deve essere quello di evitare la frammentazione del Paese.

"Avevamo grandi speranze", ha detto alla Bbc. "Ma tutto si è rivelato più difficile del previsto e ora dobbiamo solo fare del nostro meglio. Che potrebbe non essere proprio il risultato che ci aspettavamo in origine".

RIPERCUSSIONI POLITCHE


I commenti del generale Dannatt al Daily Mail potrebbero avere pesanti ripercussioni politiche da entrambe le sponde dell'Atlantico.

La guerra in Iraq è stata molto criticata in Gran Bretagna, e la situazione di violenza continua rappresenta un nodo politico anche per il presidente statunitense George W. Bush, che il prossimo mese deve affrontare le elezioni per il rinnovo del Congresso.

Fino ad ora, Blair non ha voluto commentare direttamente le osservazioni del suo generale, rilasciando solo una comunicato in cui si sottolinea che l'esercito britannico è intervenuto in Iraq in seguito all'invito del governo locale.

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