Hamas non riconoscerà Israele in cambio di una speranza illusoria

di Khalid Amayreh

Khalid Amayreh è un giornalista palestinese di Hebron. Scrive per Al Jazeerah e Al Ahram Weekly.
Testo inglese in: http://umkahlil.blogspot.com/2006/02/hamas-will-not-recognize-israel-for.html
Tradotto dall'inglese in italiano da Mary Rizzo e rivisto da Miguel Martinez, membri di Tlaxcala, la rete di traduttori per la diversità linguistica (transtlaxcala@yahoo.com). Questa traduzione è in Copyleft.
2 febbraio, 2006

Uno dei motivi principali che ha contribuito alla vittoria senza mezze misure nelle elezioni contro Fatah il 25 gennaio è indubbiamente la futilità e il cospicuo fallimento del processo di pace d'Oslo.

Infatti, è assolutamente chiaro che lo strampalato processo ha fallito del tutto nel restituire i diritti ai palestinesi o anche nell'alleviare seriamente la repressione, che ricorda i metodi nazisti, ai danni dei palestinesi.

L'Accordo d'Oslo stesso fu talmente vago, che sia l'OLP che Israele l'avevano visto diversamente, se non addirittura contraddittoriamente.

Secondo Israele, l'accordo fu visto come una sistemazione, un vero e proprio espediente che potrebbe, più o meno, tenere intatta l'occupazione, mentre dava aipalestinesi, praticamente decimati, un'autonomia limitata in cui Israele avrebbe mantenuto quasi tutti i beni e ai palestinesi sarebbero andati quasi tutti gli obblighi.

Quando il leader palestinese Yasser Arafat disse al suo popolo che l'accordo avrebbe ad un certo punto dato loro uno Stato indipendente con Gerusalemme Est come capitale, Shimon Peres, la proverbiale "colomba di pace" disse con una punta di disprezzo che "non possiamo fare il guardiano alle labbra di Arafat. Lascialo sognare; sognare non è contro la legge."

Come l'OLP, la cui dirigenza eccelleva in retorica futile riguardo "liberazione" e la creazione di uno "Stato" e "Sha'ab al Jabarin" (il popolo dei giganti della Palestina), provò costantemente di vendere ai palestinesi un'interpretazione mendace di Oslo, in effetti, una promessa di liberazione e di uno Stato vivibile con Gerusalemme Est come il suo capitale.

Infatti, in nessuna parte l'Accordo di Oslo fu più scandaloso che nella sua "vaghezza costruttiva" riguardo alla questione del riconoscimento reciproco.

L'OLP, che aveva fretta di districarsi da una crisi finanziaria e politica acuta dopo la Seconda Guerra del Golfo (l'invasione irachena del Kuwait e la successiva sconfitta dell'Iraq da una coalizione guidata dagli americani) ha concordato senza indugio a riconoscere Israele senza nemmeno specificare le sue frontiere.

In cambio, Israele non ha mai accettato di riconoscere il nascente Stato palestinese, e solo, e in maniera piuttosto parsimoniosa e riluttante, ha accettato di riconoscere l'OLP come l'unico rappresentante del popolo palestinese.

Il riconoscimento dell'OLP non era più che un atto simbolico, privo di un qualsiasi significato in termini politici. Infatti, il riconoscimento non ha significato un qualsiasi riconoscimento israeliano dei diritti palestinesi, oppure accettare in qualunque modo che l'occupazione della Cisgiordania, la Striscia di Gaza e Gerusalemme Est doveva essere terminata.

Davvero, la successiva implacabile espansione degli insediamenti nella Cisgiordania, sotto il naso dell'OLP e della comunità internazionale, dimostrò senza dubbio che Israele non riconosceva, e neppure aveva intenzioni di riconoscere uno Stato di nome Palestina, a dispetto dell'accettazione (disonesta) da parte d'Israele del "Roadmap". Davvero, un paese che vuole veramente la pace con i suoi vicini non costruisce centinaia di odiose colonie su terra rubata e non trasferisce centinaia di migliaia dei propri cittadini più fanatici e pieni d'odio (i coloni talmudici) nei territori occupati. E, ovviamente, Israele ha fatto tutto ciò e di più, mentre aveva ancora l'audacia di dire al mondo che non aveva una controparte palestinese per la pace.

La settimana scorsa, quando il popolo palestinese nei territori occupati ha avuto la possibilità di votare in un'elezione democratica, ha espresso il suo totale disincanto con questo scandalo ignominioso e ha finalmente deciso di buttare via la combriccola corrotta e disonesta che gli ha dato 12 anni di inganni e bugie, e uno Stato di polizia senza uno Stato, il cui modus operandi consisteva nella corruzione, nel dispotismo, nel nepotismo sfrenato e anche nel totale servilismo all'insolenza ebraica e nella sottomissione ai ricatti americani.

Il popolo palestinese ha votato per Hamas perché è stato ingannato dall'OLP, truffato dagli Stati arabi vicini (la maggior parte di cui poco più che burattini ossequiosi al servizio dell'America), imbrogliato dalla comunità internazionale, com'è stato decimato da un Israele insolente di cui potenti circoli ebraici in America controllano, quasi totalmente, la politica e gli affari pubblici.

Il popolo palestinese è sincero per quanta riguarda la pace, ma non stupido né ingenuo. Può facilmente distinguere un processo genuino di pace da un processo genuino d'inganno. Si è lasciato ingannare e truffare una volta, ma non può permettersi d'essere ingannato e truffato di nuovo. Abbiamo dato a ciò che credevamo fosse un processo di pace il beneficio del dubbio, ma non daremo a quel che è manifestamente un processo d'inganno il beneficio di dubbio.

E' vero che Hamas non offre miracoli adesso perché il popolo palestinese, compreso lo stesso Hamas, è ancora sotto la più nefasta e disumanizzante occupazione, non dissimile da quella nazista dell'Europa.

Hamas sarà onesto con il popolo palestinese e non cercherà di vendergli speranze illusorie, e non farà promesse fantastiche basate sulle classiche bugie americane e la classica mendacità sionista.

Inoltre, Hamas non sarà tiranneggiato dalle esigenze ipocrite dell'occidente che non solo ignorano il duraturo stupro ebraico della Palestina e la schiavitù della sua gente, ma pretende che le vittime dello stupro facciano sforzi continui per accomodare lo stupratore Israele e dimostrare deferenza ai suoi sentimenti.

Hamas non parlerà della distruzione dell'Israele. Hamas non può distruggere Israele. E Hamas veramente non vuole distruggere l'Israele nucleare.

Ma Hamas non darà a Israele un riconoscimento gratuito, né abbandonerà il suo più intrinseco diritto di resistere a questi occupatori stranieri spregevoli. Tutto ha un prezzo, perché la pace vera potrebbe solo essere il frutto della giustizia.

Hamas sarà pronto e preparato a dare a Israele il riconoscimento de facto, una pace indeterminata, se Israele acconsentirà a riconoscere uno Stato palestinese sovrano sul 100% della Cisgiordania, della Striscia di Gaza e di Gerusalemme Est e permetterà ai rifugiati palestinesi di ritornare alle loro case, da cui furono espulsi con le armi quanto fu creato Israele in 1948.

Hamas non accetta di cedere neanche un centimetro dei territori del 1967.

Va senza dire, che il 4 giugno 1967, le frontiere hanno un simbolismo psicologico importante, oltre al loro significato politico. A capire questo simbolismo, uno dovrebbe essere i palestinesi, e non possiamo tradire le nostre anime.

Hamas è anche pronto e preparato a cessare tutte le forme di resistenza violenta se Israele sarà pronto a reciprocare cessando la sua arbitraria, quotidiana aggressione: atti di uccisione, demolizioni di case e questo terrore di Stato organizzato e istituzionalizzato contro il nostro popolo.

In breve, Hamas vuole essere una controparte genuina per la pace, non un supplicante inferiore econquistato che mendica ogni cosa da Israele e dall'America, dai permessi per viaggiare fino ad un incontro con un ufficiale americano in erba.

Adesso c'è un nuovo genere di dirigenti palestinese con cui il mondo deve venire a patti.

Queste persone orgogliose, piene di dignità non saranno angariate dai bastoni o sedotte dalle carote. Neanche si permetteranno d'essere ricattate dagli aiuti dall'estero, come Khalid Mish'al di Hamas ha recentemente precisato.

In breve, ora tocca ad Israele e ad America. Se vogliono la pace storica basata sulle risoluzioni dell'ONU ed il principio della terra per la pace, il momento è ora.

Se dicono di no, a causa della natura insolente ed arrogante del potere, allora finiranno per avvalorare la vecchia idea di Hamas, secondo cui Israele e pace sarebbero un ossimoro, quando appare l'uno, l'altro sparisce.

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