Israele: Il declino dell'occidente ci mette in pericolo

Eitan Haber

Fonte: Yedioth Ahronoth
8 ottobre 2008
Traduzione italiana www.arabnews.it - Il Chiosco


La storia sta prendendo forma proprio sotto i nostri occhi; possiamo anche chiamarla una tragedia. Il mondo occidentale, di cui Israele fa parte, sta perdendo il suo potere politico, militare ed economico. Sebbene sia ancora forte, la direzione che ha imboccato è quella che porta al collasso ed alla disintegrazione.

George W. Bush lascerà la Casa Bianca a gennaio, e farebbe bene a non incontrarsi con gli storici nel prossimo futuro. Lo farebbero a pezzi.

Nelle attuali circostanze, possiamo dire che, almeno per il momento, il dibattito su cos’è che plasma la storia – la realtà o le persone – è giunto ad una conclusione. In questo caso, non vi sono praticamente dubbi: le persone. E soprattutto, il leader del mondo libero occidentale, il quale merita molte lodi per il suo vigoroso appoggio ad Israele, passerà alla storia come uno sciocco.

Possiamo sfregarci gli occhi per l’incredulità: non molto tempo fa l’America era al culmine della sua potenza politica, militare ed economica. Gli Stati Uniti erano i signori del mondo, di fronte ad un impero sovietico che stava andando in pezzi, i cui responsabili militari vendevano missili in cambio di cibo e sigarette. La grande Europa era divisa e lacerata, ed i paesi dell’Asia orientale deridevano il gigante russo che li aveva oppressi per generazioni.

Nel frattempo, l’economia americana era in piena ascesa. Lehman Brothers (il colosso finanziario americano che ha annunciato l’apertura della procedura di fallimento lo scorso 15 settembre (N.d.T.) ), Merrill Lynch (una banca di investimenti con sede a New York ed attività in oltre 40 paesi; dopo aver annunciato forti perdite, è stata venduta alla Bank of America (N.d.T.) ), ed altri prendevano ormai il posto degli antichi templi. Eppure, dove sono oggi? E, cosa ancora più importante, dove siamo noi?

Gli ebrei stanno facendo bene, in questi giorni: il mondo è in subbuglio, i ‘gentili’ si combattono l’un l’altro, e noi ce la stiamo passando assolutamente bene nel nostro piccolo angolo di mondo. La situazione della sicurezza è migliorata, la situazione diplomatica rimane integra, inalterata, e noi abbiamo addirittura potuto scegliere fra Tzipi, Shaul, Avi, e Meir (rispettivamente Tzipi Livni, Shaul Mofaz, Avi Dichter, e Meir Sheetrit, i quattro candidati alla leadership del partito Kadima (N.d.T.) ). Che bello!

Un mondo spietato

Anni fa, all’inizio degli anni ’90, abbiamo avuto alcuni leader che dissero che si era aperta per noi una ‘finestra di opportunità’: l’Unione Sovietica (la ricordate?) era nella polvere, l’America era fra le nuvole, e noi eravamo il ‘Braccio di Ferro’ del mondo. Sentivamo di poter fare tutto ciò che volevamo.

Eppure soltanto un sordo o uno sciocco non noterebbe che si sta avvicinando un uragano, e non comprenderebbe che un mondo occidentale debole e sconfitto è una ricetta sicura per il disastro, per uno stato come Israele che fa affidamento sull’armonia e sulla condivisione di valori con l’America.

Con un mondo occidentale debole, un presidente venezuelano può permettersi di denigrare un presidente americano, Putin può inviare i suoi aeroplani in Sud America, la Cina può violare ogni consuetudine del mondo degli affari – e c’è qualcuno che ancora crede che noi saremo gli unici ad avvantaggiarci da questa situazione, potendo fare quello che ci pare?

Coloro che la pensano così sbagliano – sbagliano terribilmente. Verrà un giorno – a quanto sembra, non molto lontano – in cui anche noi diventeremo parte del processo mondiale di auto-riflessione. E come sappiamo, questo mondo non mostra pietà.

Eitan Haber è un giornalista e saggista israeliano, esperto di questioni militari e di sicurezza

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