Uscire dai ghetti per organizzare una
GIORNATA NAZIONALE ASTENSIONISTA
Discutiamone a Roma il 30 marzo

L'abbiamo detto e più volte riaffermato: la campagna astensionista per le elezioni del 13 e 14 aprile non è rifiuto qualunquista del voto o posizione ideologica di principio. Per chi ha promosso l'appello di convocazione dell'assemblea di Roma del 30 marzo, l'astensionismo è un duplice obiettivo politico legato alla fase.

Sul primo di questi obiettivi ci siamo sufficientemente soffermati affermando che la liquidazione della Sinistra Arcobaleno come rappresentanza elettorale del programma di lotta e di alternativa che in diversi modi viene portato avanti è un elemento di chiarezza e al tempo stesso un punto di partenza. Di chiarezza sull'imbroglio bertinottiano, ma che diviene, questo è il secondo obiettivo, un punto di partenza per una nuova fase di lavoro politico.

Questa sceltà non è una velleità che somiglia alla caricaturale e vergognosa presentazione delle liste alternative. Al contrario, è la consapevolezza che per reagire all'imbroglio dell'Arcobaleno bisogna maturare una coscienza netta, questa sì alternativa, che rompa con le vicende della sinistra che si è espressa sul teatrino politico in questi anni. Con la battaglia astensionista si apre, in altri termini, una lotta per l'egemonia nella sinistra.

Di che cosa parliamo a proposito dell'egemonia? Certamente essa non è legata, oggi, a forme particolari di espressione organizzativa, ma alla rottura col trasformismo rifondarolo e 'movimentista' che fa da sfondo all'Arcobaleno e contorni. Il rigetto, quindi, del voto a sinistra apre una battaglia non sul significato del voto in sé, ma tra collaborazionismo istituzionale e lotta per la trasformazione.

Questo dobbiamo spiegare in giro. Per questo sostengo la preparazione di piazza della propaganda astensionista per il 6 aprile.

Erregi

24 marzo 2008


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