Sionismo e imperialismo

Una lotta senza incertezze

La vicenda di Teramo che ha coinvolto Claudio Moffa, docente universitario di questo ateneo in un attacco concentrico del corpo accademico e delle superiori autorità ministeriali (Mussi), accompagnato dall’azione squadrista di un gruppo di ebrei del circolo 1948 (anno della fondazione dello Stato di Israele con pulizia etnica di larghe zone della Palestina), ripropone drammaticamente la questione sionista e il suo ruolo nella fase storica attuale.

La cosa non nuova che ha preceduto gli eventi di Teramo è il ruolo svolto dalla sinistra sionista, questa volta presentatasi nelle vesti di "Liberazione" che ha concesso un'intera pagina, ufficialmente non a pagamento, per pubblicare un appello di docenti e ricercatori, in grande maggioranza ebrei, che chiedevano fosse proibita una lezione universitaria nel corso della quale sarebbe intervenuto il prof. Faurisson, definito 'negazionista', in realtà assertore di una diversa interpretazione della vicenda della persecuzione degli ebrei da parte del nazismo.

La sinistra filosionista italiana, in questa operazione di denuncia della iniziativa di Claudio Moffa, a cui abbiamo espresso tutta la nostra solidarietà, si è accodata come sempre a una sporca operazione che copre le vere ragioni del contendere.

Quali sono queste ragioni? Molte persone, probabilmente in buona fede, sono indotte a credere che ci troveremmo di fronte a una corrente di pensiero neonazista, che vuole negare la persecuzione degli ebrei nella seconda guerra mondiale e rilanciare l’antisemitismo.

Ora, come Claudio Moffa ha spiegato, la questione è diversa. Ciò che si vuole mettere in luce nella discussione in atto non è il fatto che la persecuzione degli ebrei ci sia stata, ma la strumentalizzazione sionista di questa persecuzione, che punta a impedire che la persecuzione degli ebrei nella seconda guerra mondiale venga vista nel contesto della logica nazista e fascista della persecuzione delle 'razze inferiori' e non quindi di un’unica razza, tanto che nei campi di concentramento sono finiti moltissimi Rom, di cui 500.000 mila sono morti, i perseguitati politici comunisti, gli slavi ecc. ecc. Si vuole dunque impedire di ricostruire questa persecuzione nella sua corretta dimensione storica.

In più dobbiamo aggiungere che molti di quelli che vengono definiti negazionisti, tra cui anche alcuni ebrei antisionisti, sono in realtà persone che vogliono dimostrare che esiste una 'industria dell’olocausto' che tende a coprire i crimini sionisti in Palestina, l’'olocausto' del popolo palestinese e la connivenza con il progetto imperialista americano in Medio Oriente e in altre parti del mondo.

Chiudere un ateneo, cosa gravissima, per impedire che queste cose possano venire in luce, è un atto inaudito, che non solo va denunciato, ma deve stimolarci nell’impegno nella lotta al sionismo, variante dell’imperialismo occidentale.

Erregi

 

21 maggio 2007


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