ASTENSIONISMO O TRASFORMISMO?
Evitiamo l'imbroglio dei soliti noti

Se vogliamo considerare le cose da un punto di vista oggettivo e non velleitario, con tutte le loro implicazioni, conviene riprendere l'immagine del tridente che abbiamo già utilizzato per caratterizzare queste elezioni politiche. Se queste elezioni possono avere un senso rispetto alla gestione Gentiloni-Renzi dipende infatti da tre fattori che costituiscono il tridente che potrebbe infilzarli: il risultato dei 5Stelle, i voti di Liberi e Uguali e il livello delle astensioni. La combinazione di questi tre fattori potrebbe portare fuori scena il protagonista da farsa che ha curato gli interessi dei padroni in questi anni utilizzando la carota e picchiando sui lavoratori. E' ovvio che il nostro interesse è che Renzi venga battuto, in ogni modo. Questa è una precondizione.

E' vero anche che la destra monta, ma noi dobbiamo utilizzare la metafora di Bersani: per andare a cercare il nostro popolo nel bosco non possiamo ragionare sul meno peggio. Dobbiamo offrirgli una prospettiva per evitare che la destra cresca e vinca la partita.

Per questo chiediamo di rafforzare l'astensione e farne una clava contro i recuperi demagogici. Non possiamo pensare che le altre due opzioni di cui stiamo parlando, utili a livello tattico, possano costituire una prospettiva. Noi dobbiamo andare a cercare nel bosco proprio coloro che hanno capito che senza un rifiuto profondo del sistema corrotto e responsabile della sofferenza di milioni di italiani, di giovani, di anziani, di disoccupati e di precari non si può cambiare niente e si cade vittima dell'inganno, della demagogia, del cialtronismo. Questa è la battaglia che abbiamo aperto in queste elezioni contro il voto inutile e per l'astensione. E da questo bisogna partire.

All'ultimo momento però è riapparsa la cometa della lista alternativa (si fa chiamare Potere al Popolo) dove il gotha dell'antagonismo di facciata tenta di nuovo la partita delle elezioni. E' una sorta di malattia endemica, una febbre che agita quelli che aspettano solo l'occasione per riandare in parlamento per 'fare la rivoluzione'. Come Bertinotti e i suoi emuli insegnano.

Bisogna quindi mettere in chiaro alcune cose. Il tentativo elettoralistico ha uno scopo ufficiale di tipo pubblicitario di personaggi di un 'movimento' di trasformisti che campano alla giornata riproponendo un antagonismo senza una strategia e senza un'analisi delle forze in campo e della loro effettiva dinamica sociale. Lo scopo occulto di questa operazione potrebbe anche essere dettato da qualche regista interessato a far perdere voti alle liste che giocano un ruolo e i fili di questa operazione potrebbero risalire al PD. In ogni caso bisogna sgombrare il campo da una logica che si ripete da decenni e che ci porta fuori strada rispetto a questioni come quelle della pace e dell'organizzazione per la difesa dei lavoratori, delle lavoratrici e dei ceti colpiti dalla crisi.

Aginform
17 gennaio 2018