La svolta 'umanitaria' dell'Europa

Invece di cadere nel buonismo dell'accoglienza propagandato a piene mani dai mass media potremmo replicare stigmatizzando il comportamento dei maggiori governi europei responsabili delle guerre che stanno provocando un esodo biblico via mare e via terra verso il nostro continente.

Questo sarebbe però un modo per eludere la domanda politica di fondo: qual'è la motivazione che spinge la Merkel e i suoi emuli a cambiare strategia dopo che per molto tempo centinaia di migliaia di persone costrette a fuggire dai teatri di guerra e in molte migliaia a rimetterci la vita, sono state ostacolate, ammassate in condizioni spaventose e respinte?

Su questa vicenda, come abbiamo avuto occasione di dire, si tende ad accettare un quadro interpretativo che vede i duri da una parte e i fautori dell'accoglienza dall'altra, mentre invece diventa sempre più evidente che si tratta di ben altro.

Lo sventolio di bandiere dell'UE e l'esibizione delle foto della Merkel da parte dei rifugiati ci fa capire che in tutto questo c'è ben poco di umanitario. C'è invece un calcolo politico che ci deve preoccupare.

Se il carnefice si è trasformato in generoso soccorritore delle vittime vuol dire, a nostro parere, che si punta a realizzare un obiettivo che prescinde completamente dal concetto di solidarietà. E' abbastanza evidente difatti che l'operazione 'umanitaria' targata Merkel fa parte di un disegno, elaborato dalla dirigenza UE, di utilizzazione dei profughi per stabilire nuove aree di influenza in Medio Oriente. Questi diventano il cavallo di Troia per preparare la nuova fase che dovrebbe consegnare alla Germania la direzione di una espansione neocoloniale. Si passa dunque dalla difensiva all'offensiva.

La fortezza Europa abbassa il ponte levatoio per far uscire le armate pacificatrici che dovrebbero dare a questa fortezza nuove dimensioni geopolitiche. Solo i barbari dell'Est, ai margini dell'operazione, continuano a mettere fili spinati alle frontiere e ad opporre resistenza. Gli altri si adeguano, da Hollande a Renzi, condividendo l'obiettivo e accettando, dopo l'operazione euro e l'austerità, l'egemonia tedesca sul continente e oltre.

L'impatto che avrà questa svolta non è indifferente. In primo luogo si indebolirà la tensione antieuropeista che sta attraversando l'Europa contro la politica del rigore e si vedrà la grande madre Germania con altri occhi. Poi, una volta stabilite le premesse, si utilizzerà la gratitudine dei sostenitori dell'accoglienza europeista per giustificare nuove avventure egemoniche. L'impero del bene contro l'impero del male. In questo modo si assolveranno anche i vecchi peccati che hanno portato alla situazione attuale.

Il compito di chi vorrebbe portare una nota di chiarezza e individuare le responsabilità delle guerre e delle catastrofi si fa ancora più difficile, anche perchè a sinistra c'è ben poco che vada nella direzione giusta. Non per questo però dobbiamo rinunciare a batterci contro le manovre imperialiste che coinvolgono in pieno l'UE. Tra di esse anche il tentativo che si intravede di modificare, attraverso l'operazione profughi, gli equilibri interni al campo imperialista. Il consolidamento dell'egemonia della Germania prelude a questo.

Aginform

6 settembre 2015