Perchè insistiamo sull'astensionismo
alle elezioni per il parlamento fantoccio della UE

Anche se il dibattito politico sul 25 maggio è tutto centrato tra Renzi e Grillo, un Renzi che gioca il tutto per tutto in una forsennata campagna contro i 5 stelle che ricorda De Gasperi e il 18 aprile del '48 e un Grillo che, con molta sagacia, alza la stanga del salto nel vuoto per il suo avversario, dobbiamo evitare di farci coinvolgere nello scontro ed esprimere invece un punto di vista comunista.

Questo non, per quanto ci riguarda, per prendere le distanze, come fa una gran parte della 'sinistra', da Beppe Grillo che anzi, ripetiamo, meno male che c'è, sennò saremmo di fronte alla solita marmellata ingroiana oggi rappresentata da Tsipras.

Grillo oggi rappresenta a nostro parere una grande contraddizione in questo sistema omertoso e criminale. Col suo giacobinismo pacifista egli è riuscito a spostare sul suo terreno una situazione che avrebbe potuto prendere una deriva diversa. Quindi auguriamo ai 5 Stelle un grande successo che sia in grado di bloccare quel mercenario di plastica di Renzi, la cui funzione a favore dell'Europa imperialista e della cupola italiana non va sottovalutata.

La questione che poniamo è dunque un'altra. Anche se ci rendiamo conto che da un punto di vista soggettivo è difficile da gestire. Una questione che riguarda una (potenziale) posizione dei comunisti che noi riteniamo necessaria. Qual'è il compito dei comunisti oggi in Europa? Non certamente di rafforzare la credibilità di un parlamento senza potere come quello di Strasburgo. Esso è solo uno specchietto per le allodole che copre il potere della Commissione che gestisce la contrattazione tra i poteri che contano nel progetto imperialista legato all'euro.

Ai comunisti spetta dunque il compito importante di chiarificazione, a livello di massa, di questo ruolo dell'UE. Assecondare il disegno dell'Europa unita sotto l'egida di Bruxelles e della NATO facilita il compito dell'imperialismo europeo.

Questo lo ricordiamo a tutte quelle organizzazioni europee che si definiscono comuniste e che continuano, per opportunismo, ad esprimere un cretinismo parlamentare che la dice lunga sulle loro ambiguità strategiche.

Fortunatamente stavolta abbiamo constatato che alcune organizzazioni comuniste come per esempio il PRCF di Francia e il Partito dei Lavoratori ungherese hanno condiviso con noi un appello all'astensionismo, rompendo con una ipocrisia politica fatta di discorsi antieuropeisti e di pratica elettoralistica. E' un buon inizio per cominciare a discutere il modo di affrontare la questione europea. Ma per i comunisti non si tratta solo di un inizio di discussione, si tratta di svolgere una funzione politicamente concreta in una situazione in grande movimento. Se il nostro compito è quello di demolire l'Europa imperialista, che trova nell'UE la sua espressione, il rifiuto di massa a votare, che già oggi coinvolge decine di milioni di europei, è la base della disgregazione che i comunisti ritengono necessaria per cambiare rotta nelle relazioni internazionali e nei progetti economici e sociali. In questo senso siamo astensionisti e su questa base riteniamo che si possa esprimere una posizione rivoluzionaria. Certamente sappiamo di essere una minoranza, ma una minoranza capace di esprimersi dentro una contraddizione ormai divenuta lacerante può svolgere la sua funzione. Astenendoci non ci sentiamo isolati. Al contrario.

Erregi

20 maggio 2014