MONDO ISLAMICO
Che cosa c'è dietro agli apprendisti stregoni?

Dopo gli ultimi, gravissimi, avvenimenti egiziani una domanda si impone. Cosa sta avvenendo veramente? Chi conduce il gioco e con quali obiettivi? Perchè, con il procedere degli eventi, saltano anche gli schemi interpretativi messi in campo finora.

All'inizio, a partire dall'Afghanistan, l'obiettivo dell'imperialismo era chiaro e ufficialmente dichiarato. Azzerare tutti i punti di autonomia statuale che non rientrassero nel quadro previsto della normalizzazione. Alla distruzione doveva seguire la costruzione di regimi fantoccio in grado di governare i paesi aggrediti. Già questo primo obiettivo si è dimostrato impraticabile con l'Afghanistan e con l'Iraq. In ambedue i paesi l'intervento imperialista ha sì devastato le strutture preesistenti, ma non ha ottenuto nessuna vittoria militare e politica. E' probabile che questa prima esperienza abbia suggerito all'imperialismo USA e NATO e al suo alleato israeliano un'ipotesi subordinata e cioè considerare la semplice devastazione come un obiettivo in sé. Senza un Iraq e un Afghanistan indipendente, a opinione degli strateghi dell'imperialismo, si poteva dominare lo stesso. Bastavano i droni, le enclave militari, i MUOS. Ma questa ipotesi ha vacillato in poco tempo. La resistenza armata non rende praticabile nessuna stabilizzazione. Nella Somalia per esempio liquefatta da molti anni come entità statale, l'organizzazione della resistenza non si blocca, al contrario. Non è certo la prima volta che gli imperialisti, dall'alto della loro potenza tecnologica, sbagliano i conti.

A complicare la situazione è venuta la 'primavera araba', accettata e sostenuta dagli occidentali nella speranza di liberarsi di personaggi come Mubarak e Ben Ali e conquistare credibilità 'democratica'. Sembrava fatta, magari con l'aggiunta della 'liberazione' armata della Libia. Ma anche qui qualcosa è andato storto. In Libia c'è il caos ed è stato perfino ucciso l'ambasciatore americano. L'operazione Libia 2, cioè la Siria, si sta dimostrando un disastro militare e poi, a guastare ulteriormente la festa c'è la constatazione che nell'area 'amica', quella che va dalla Turchia all'Egitto, alla Tunisia, l'imperialismo occidentale rischia di impantanarsi, non avendo ancora capito che Karzai non può essere il modello.

Per quanto enfatizzata in occidente, la "primavera" araba nasce da questioni strutturali che mettono in moto forze di natura diversa e, come si è detto, non si possono ricondurre al modello Karzai. Due forze, in particolare, si fronteggiano in questi paesi e hanno profonde radici, gli islamici e i liberals con le loro appendici di sinistra. In Turchia come in Egitto e in Tunisia qualcuno, sfruttando questioni non compatibili con una linea islamista, ha pensato bene di rimettere in campo le componenti laiche per una prova di forza a tutto campo. Erdogan ha capito subito da che parte arrivava il colpo. In Egitto, secondo la tradizione, è entrato in campo l'esercito e sono cominciati i massacri. Gli imperialisti, questi novelli apprendisti stregoni, ora non sanno più come manovrare. Possiamo dire che hanno fallito ancora una volta? E' molto probabile. Ora USA e UE per uscire dal pantano invocano la pacificazione. Ma è chiaro che pacificazione non ci potrà essere e dovranno fare i conti con una situazione drammatica e imprevista. Diceva Mao che se c'è molto disordine sotto il cielo la situazione è eccellente.

Erregi

18 agosto 2013


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