PER UN FRONTE POLITICO
CHE FACCIA USCIRE L'ITALIA DAL LIBERISMO
E ATTUI
I PRINCIPI COSTITUZIONALI
NELLE RELAZIONI INTERNAZIONALI
NELL' INDIRIZZO SOCIALE DELL'ECONOMIA
SUI DIRITTI DEI LAVORATORI E DEI CITTADINI



Questo è il senso dello scontro che si è aperto in Italia dal marzo 2018, anche se le vicende politiche e governative seguono un processo complesso che bisogna però saper interpretare correttamente.
E' anche per questo che ci siamo espressi per il voto ai Cinque Stelle, ritenendo che questo movimento rappresenti oggi un punto di riferimento nella battaglia sui tre punti che abbiamo indicato.
Questo non vuol dire che coloro che intendono costruire un Fronte politico costituzionale siano interni al Movimento 5 Stelle. Noi siamo interni ad un processo che vada nella direzione giusta, assieme a tutte le forze che vi partecipano e facendoci carico delle difficoltà e dei rapporti di forza esistenti oggi.
Il processo a cui facciamo riferimento è un dato reale che si basa sulle contraddizioni oggettive e sulla maturazione dei livelli di coscienza di massa che sono la base di ogni cambiamento.
Per questo ci contrapponiamo a logiche di radicalismo velleitario e di ambigui discorsi sul sovranismo che nulla hanno a che fare con i processi in corso e distolgono energie dai compiti effettivi.
Se vogliamo evitare dunque che nella crisi che si è aperta prevalgano fattori come il salvinismo leghista, che usa il sovranismo come copertura di interessi corporativi e di ceti apertamente reazionari, oppure un ritorno al liberismo sfrenato targato PD, dobbiamo essere capaci di portare a una coscienza di massa le questioni che ci consentano di uscire in maniera definitiva dalla situazione attuale.

Le questioni che poniamo al centro del nostro program­ma sono l'esatto contrario della logica liberista che domina nei pae­si ad economia avanzata, Italia compresa, e si riversa an­che in quelle parti del mondo in cui il neocolonialismo e la criminale lo­gi­ca del liberismo vengono imposti- anche con l'intervento armato- nei sistemi sociali di ciascun paese dominato.


Il nostro programma si riassume perciò in
tre punti essenziali:


1. Relazioni mondiali ed europee basate
sulla collaborazione economica e culturale tra i popoli
e sul rifiuto di ogni logica di blocchi economici
e militari imperialisti.


Questo comporta, per quanto riguarda l'Italia, rivedere profonda­mente le regole imposte con l'UE e con il suo braccio militare, che è la NATO, e la sconfitta della strategia di accerchiamento militare e di embargo economico verso la Russia e altri paesi del mondo, a partire dalla Cina, Repubblica democratica di Corea, Iran, Siria, Venezuela, Cuba. Mai più embarghi, mai più patti militari aggressivi.


Costituzione- art. 11
  ● L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali (art. 11)


2. Un'economia basata sull'interesse
del paese e dei cittadini e non del profitto.


Il liberismo fa credere che profitto e interesse generale coincidano, ma noi sappiamo che non è così; bassi salari, disoccupazione, precariato, sfruttamento della manodopera straniera sono il prodotto del liberismo e la base di una globalizzazione che tende a peggiorare la situazione con una produzione e un mercato soggetti alla finanza e alla speculazione.


Costituzione- art. 3, 41 e altri
  ● E' compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese. (art.3)
  ● La legge determina i programmi e i controlli opportuni perchè l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali (art. 41)



3. La Costituzione prevede che lo Stato
tuteli i diritti dei lavoratori e dei cittadini.


Questa tutela prevede il diritto di organizzarsi liberamente nei posti di lavoro, la tutela puntuale contro il lavoro nero, precario e sottopagato, il diritto alla salute, alla sanità, alla scuola, alle pensioni, il diritto alla casa e alla tutela dell'ambiente.


Costituzione - art. 4, 36, 38 e altri
  ● La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e pro­muove le condizioni che rendano effettivo questo diritto (art 4)
  ● Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quan­tità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad as­si­cu­rare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa. (art. 36)
  ● Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all'assistenza sociale. (art. 38)



Sui diritti dei lavoratori e dei cittadini
previsti da questi articoli della Costituzione, il
Fronte politico costituzionale
si impegna a costruire una rete organizzativa
di supporto in modo che diventino realtà.



Se vogliamo che il liberismo non rialzi immediatamente la testa dopo la sconfitta subita, se vogliamo che le nuove generazioni crescano con la cultura della Costituzione e sui suoi princípi, dobbiamo sentire la responsabilità di un gran­de progetto che, spazzando via vecchie nicchie ideologiche e movimentiste, restituisca al popolo italiano uno strumento di lotta, di progresso e di pace che sia all'altezza della sua migliore tradizione.