Lettera del prof. Bruno Mantelli, 31 maggio 2007

DA COMPAGNO A COMPAGNI: MA VI RENDETE CONTO??

Cari compagni,
ma avete compreso con chi Vi siete messi, invitando Claudio Moffa al Vostro ciclo di conferenze?

Date un po' un'occhiata al suo sito:
http://www.mastermatteimedioriente.it/
e poi valutate.

.....

Un cordiale saluto,

Brunello Mantelli



La risposta di Emanuele Montagna di Faremondo, 1 giugno 2007

DA COMPAGNI A (??) COMPAGNO:
CON NOI LA SUA MOSSA, DEL TIPO: 'MA VI RENDETE CONTO', PROPRIO NON ATTACCA

Egregio Brunello Mantelli,

Le rispondo a nome mio e di Faremondo, l'aggregazione di studiosi ed artisti di cui faccio parte. Quando abbiamo ideato ed organizzato le nostre serate intitolate Mondo canaglia (cfr. programma in allegato) il nome di Claudio Moffa ci è sembrato uno dei più adeguati, almeno a livello italiano, a discutere, da un punto di vista critico verso questo tipo di mondo, un tema come quello del "terrorismo" e delle guerre in Medio Oriente. La vicenda ("Faurisson a Teramo", "propaganda negazionista", ecc.) cui Lei fa cenno allo scopo di metterci in guardia "da compagno a compagni", di per sé c'entra come i cavoli a merenda col discorso che portiamo avanti nelle nostre serate. Il contributo di Claudio Moffa ci serviva e ci serve in relazione al tema per cui l'abbiamo chiamato: Quale "terrorismo"? Il mondo canaglia può vivere soltanto inventando i suoi nemici.

La rassicuro tuttavia: noi non solo comprendiamo con chi ci mettiamo e perché, ma siamo anche consapevoli d'altro: che quella vicenda del 18-5 (comprendente, va detto, anche un ignobile episodio di aggressione di tipo squadristico da condannare senza mezzi termini) è, ad un tempo, un velenoso specchietto per allodole e una cartina di tornasole assai indicativa dei tempi che ci tocca vivere sotto la cappa di questo mondo canaglia. Specchietto per allodole (specie "di sinistra"): perché ricamando su questi episodi si costruisce e si vuole stressare al massimo la querelle "negazionisti-antinegazionisti", formando di fatto uno schermo di fumo asfissiante e difficilmente penetrabile per quanti vogliono invece esaminare, ad esempio, una questione ben più attuale e niente affatto accademica e politically correct: il ruolo dello stato di Israele nel Medio Oriente e nel mondo, nelle guerre, nella produzione di insicurezza globale, nel terrore e nelle politiche del nuovo imperialismo del XXI secolo a base Usa.

Cartina di tornasole: perché ci fa capire quanto oggi sia precluso (e fuggito, temuto, rimosso, evitato, silenziato, ecc.) un qualsiasi tipo di confronto di idee e teorie che possa in qualche modo andare a questionare non tanto la realtà innegabile dei campi di sterminio nazisti (e il genocidio degli ebrei e di altri popoli e oppositori durante l'ultima guerra mondiale), quanto il grappolo di terribili dogmi che da tale realtà la politica dell'imperialismo a base Usa in sessant'anni e più ha fatto derivare al fine di realizzare su scala globale i suoi interessi assolutamente non benigni per la nostra specie in quanto tale. Che all'interno di tali interessi nefandi siano stati sin dall'inizio inclusi anche lo stato di Israele e i suoi gruppi dirigenti non v'è dubbio; che la realtà dell'Olocausto (nelle mani di tanti leaders politici dissennati e reazionari, di diversi intellettuali accademici, delle lobbies oligarchiche e nei media proni a magnificare le sorti del mondo canaglia) si sia trasformata negli anni nella improponibile giustificazione di una delle ideologie statuali più efferate, guerrafondaie e criminali presenti sulla faccia della terra è difficile negarlo: da "compagni" e anche da "non compagni".

Il non-detto della vicenda teramana e di altre consimili tenzoni a cui gli studiosi professionali spesso si votano ha a che fare con queste e ben altre e più cruciali faccende, egregio Mantelli. Con noi una mossa come la Sua, del tipo "ma vi rendete conto?", proprio "non attacca". A noi di Faremondo non è così facile raccontarla e farla passare "liscia, gassata o ferrarelle" così come un po' tutti la stanno vendendo in questi giorni, da una parte o dall'altra, in rete e fuori dalla rete.

Glielo preciso meglio a scanso di equivoci: a Lei, ai vari accademici coinvolti, ai mainstream media e a tutti quanti accettano di ingessarsi in modo tutto novecentesco dentro una simile querelle-cortina fumogena. Non riuscirete a trascinarci a vostro modo nel pantano che su quella vicenda state costruendo al fine di combattere una battaglia eminentemente ideologica, subalterna e retriva che (almeno questo lo sapete, non fate finta) nulla ha a che vedere (magari ne avesse...) con l'investigazione storica in profondità della vicenda "campi di sterminio nazisti, genocidio del popolo ebraico, di altri popoli e genti da parte dei nazisti". Siamo consapevoli anche di questo, dunque. Che figuraccia meschina (fra altre, per la verità) per tanti storici di professione, quale sottile tradimento della propria rivendicata missione di uomini di scienza!

E poi, penso, a noi non riuscirete a raccontarla come fate di solito anche per un altro motivo, più grave e profondo: perché noi siamo consapevoli che, se guardiamo da un altro punto di osservazione, questa "cosa" che Lei ed altri state montando ci appare nitidamente e tutta dentro la diffusa desertificazione del pensiero critico variamente prodotta nell'ultimo quarto di secolo (almeno) da quello che noi chiamiamo mondo canaglia e dalla cultura subalterna della "sinistra" complessivamente intesa (di cui l'accademia attuale, italiana specialmente, è figlia legittima e prediletta insieme ai media e ai giornalisti di mestiere). Della canaglia e dei dogmi furiosi di questo nuovo imperialismo (che specie dopo l'11 settembre è anzitutto imperialismo sul pensiero, che tutto sta ammorbando), Lei ed altri - con questo vostro atteggiamento da "fake opposition": chiusura verso un vero dibattito su questioni altrimenti decisive mentre con sottile depistaggio spingete avanti la querelle "negazionismo versus ... il resto del mondo accademico-intellettuale" - Lei ed altri siete, ad un tempo e in nutrita compagnia, prodotto e agenti (fino a che punto consapevoli non saprei, ma questo è un altro discorso...).

Ed è ben triste tutto questo, specie dopo l'11 settembre, specie per Lei che tuttora, come mi sembra di capire, si percepisce come "compagno". Sembra banale ma è sempre più vero: il mondo canaglia ha infestato anche e soprattutto i "compagni" (a cominciare dai marxisti residui di tutte le latitudini, a noi ben presenti e noti).

Claudio Moffa (che "compagno" forse ancora si vorrà anche lui...) sarà da noi venerdì sera, e sarà da noi trattato esattamente come altri studiosi, "compagni" e no (Giulietto Chiesa, Maurizio Blondet, Massimo Mazzucco, Webster Tarpley, Daniele Ganser, ecc.) rispetto ai quali diverse persone si sono in passato preoccupate, come ha fatto lei, di farci pervenire i loro "ammonimenti" (del tipo "ma avete compreso...?").

Del resto, noi di Faremondo ci preoccupiamo davvero di altro. Venerdì sera, intanto, mi preoccuperò personalmente di provocare Claudio Moffa sul tema della serata. E se di striscio verrà fuori (magari da parte del pubblico) un riferimento alla vicenda teramana ricordata, stia certo: verrà trattata rapidamente più o meno come in questa lettera, e procederemo ben oltre, per altre vie, pensando diversamente per provare a sopravvivere al mondo canaglia.

Con i migliori saluti,

Emanuele Montagna,
Faremondo


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