L'esercito segreto mercenario

In Iraq i «contractors» privati al servizio degli Usa sono oltre 100mila. E combattono

Manlio Dinucci

Il Manifesto, 13 dicembre 2006


Sono circa 100mila (il quadruplo di quanto finora stimato) i contractors del governo Usa che operano in Iraq, cui si aggiunge un numero imprecisato di subcontractors: un totale che si avvicina a quello dell'intera forza militare statunitense qui dislocata. Ciò risulta da un censimento effettuato dal Comando centrale Usa, su richiesta delle agenzie governative che forniscono i fondi (The Washington Post, 5 dicembre). I contractors svolgono tutta una serie di compiti prima riservati ai soldati: non solo costruzione di basi militari e fornitura di servizi logistici all'esercito, ma «fornitura di sicurezza» e «interrogatorio di prigionieri». In paesi come Iraq e Afghanistan non solo addestrano le forze armate locali ma, anche se non viene detto, partecipano ad azioni di combattimento. I contractors, statunitensi e di altre nazionalità, sono reclutati da compagnie «fornitrici di sicurezza», le cui case madri si trovano soprattutto in Usa e Gran Bretagna. Molti provengono da forze speciali e servizi segreti, che lasciano per guadagnare di più: un commando di una compagnia privata può guadagnare fin oltre 300mila euro l'anno, il quintuplo di un commando del Sas britannico. Tra le società «contrattiste militari private» che operano in Iraq e Afghanistan, la maggiore è la statunitense Blackwater: fondata nel 1997 da un ex commando dei Navy Seals, è composta di cinque compagnie specializzate. Si autodefinisce «la più completa compagnia militare professionale del mondo» e vanta tra i suoi clienti, oltre a società multinazionali, il Pentagono e il Dipartimento di stato. E' specializzata in «imposizione della legge, peacekeeping e operazioni di stabilità». A tale scopo dispone negli Stati uniti di un campo di addestramento di 25 km2, in cui ha formato oltre 50mila specialisti della guerra e della repressione. Una volta sul teatro di operazioni, essi hanno praticamente licenza di uccidere: un documento del comando Usa, reso pubblico dal New York Times (aprile 2004), autorizza le compagnie militari private in Iraq a usare «forza letale» non solo per autodifesa ma per «difendere proprietà», e a «fermare, detenere e perquisire civili». Il lavoro, ovviamente, è rischioso: secondo statistiche del dipartimento Usa del lavoro, dal 2003 sono stati uccisi in Iraq 650 contractors. Ma il numero è sicuramente più alto, dato che la maggior parte delle morti non viene registrata. Un'altra importante compagnia militare privata è la DynCorp International, che si autodefinisce «impresa globale multiforme». Nessuno lo dubita. Con un personale di decine di migliaia di specialisti, la DynCorp opera soprattutto in Medio Oriente, nei Balcani e in America latina, per conto del Pentagono, della Cia, dell'Fbi e del Dipartimento di stato. In Oman, Bahrein e Qatar, ad esempio, si occupa della «riserva bellica preposizionata» dell'aeronautica Usa. Si è anche specializzata in tecnologie dell'informazione, tanto che Pentagono, Cia e Fbi le hanno affidato la gestione dei loro archivi informatici. L'importanza della società è cresciuta da quando, nel 2003, è stata acquisita dalla società californiana Computer Sciences Corporation, specializzata in tecnologie dell'informazione, molto ben piazzata al Pentagono. Così la DynCorp svolge la sua missione, consistente nell'aiutare «il governo Usa a instaurare la stabilità sociale attraverso uno stile democratico di governo». Una foto emblematica, diffusa lo scorso agosto, mostra il leader afghano Hamid Karzai che pronuncia il discorso nella «giornata dell'indipendenza afghana», circondato da bodyguards della DynCorp, eleganti e armati di grossi mitragliatori.

Ma c'è un altro settore, non molto reclamizzato, in cui la DynCorp eccelle: quello delle operazioni segrete affidatele dalla Cia e da altre agenzie federali. In Colombia, Bolivia e Perù essa partecipa alle operazioni militari dirette formalmente contro i trafficanti di droga. Un campo in cui questa società anonima della guerra ha accumulato una ricca esperienza, da quando negli anni '80 ha aiutato per conto della Cia Oliver North a fornire armi ai contras. Negli anni '90, sempre per conto della Cia, ha addestrato e armato l'Uck in Kosovo. Chiaro che oggi la DynCorp, come la Blackwater e le altre, conduce in Iraq e Afghanistan anche operazioni segrete.

La guerra viene infatti condotta su due piani: uno alla luce del giorno, con bombardamenti e rastrellamenti effettuati dalle forze statunitensi e alleate; uno segreto, con operazione effettuate, oltre che dalle forze speciali, dall'esercito ombra dei contractors. Quest'ultimo viene sicuramente usato in Iraq per attuare una «exit strategy» favorevole agli interessi statunitensi: la spartizione del paese in tre parti (sciita, kurda e sunnita) o addirittura in più parti. Anche se la Casa bianca ufficialmente lo nega tale strategia, già attuata nei Balcani, viene sempre più vista a Washington quale unica alternativa perché gli Usa, attraverso accordi con i capi locali, possano controllare l'area e in particolare le sue risorse petrolifere. Il modo più efficace per spaccare l'Iraq è quello di alimentare lo scontro tra le fazioni interne: quando esplode una bomba in un mercato, non è quindi escluso che vi sia la mano di qualche oscuro lavoratore a contratto.

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