Una legge di cooperazione militare, esercitazioni, collaborazioni per la ricerca, finanziamenti...

Difesa, i forti legami tra Tel Aviv e Roma

Un anno fa il voto «Cooperazione con Israele nel campo della difesa»: è legge l'intesa stipulata dal governo Berlusconi

Manlio Dinucci

Il Manifesto, 22 agosto 2006


Il governo Berlusconi il 16 giugno 2003 stipulò con quello israeliano un memorandum d'intesa per la cooperazione nel settore militare e della difesa. Dopo essere stato ratificato al senato nel febbraio 2005 (grazie ai voti del gruppo Democratici di sinistra-Ulivo schieratosi col centro-destra) e alla camera in maggio, il memorandum d'intesa è divenuto Legge 17 maggio 2005 n. 94, entrata in vigore l'8 giugno.

Come avevano sottolineato i ministri Frattini e Martino, è «un preciso impegno politico assunto dal governo italiano in materia di cooperazione con lo stato d'Israele nel campo della difesa». La cooperazione tra i ministeri della difesa e le forze armate dei due paesi - istituzionalizzata dalla Legge 94 (2005) - riguarda «l'importazione, esportazione e transito di materiali militari», «l'organizzazione delle forze armate», la «formazione/addestramento».

Sono previste a tale scopo «riunioni dei ministri della difesa e dei comandanti in capo» dei due paesi, «scambio di esperienze fra gli esperti», «organizzazione delle attività di addestramento e delle esercitazioni».

In tale quadro, nel marzo 2005, la marina militare italiana ha guidato la flotta che ha svolto nel Mar Rosso la prima esercitazione navale congiunta Nato-Israele. Nell'aprile 2005 il capo di stato maggiore dell'aeronautica militare israeliana ha compiuto una visita in Italia. Nel giugno 2005 la marina israeliana ha partecipato con quella italiana a una esercitazione nel Golfo di Taranto. Nel gennaio 2006 si è svolta la prima visita ufficiale di un capo di stato maggiore dell'aeronautica militare italiana in Israele. Come informa un comunicato ufficiale (13 gennaio 2006), l'incontro è servito a «discutere diverse tematiche di reciproco interesse e continuare il dialogo già avviato tra le due aeronautiche. L'aeronautica israeliana, una delle migliori forze aeree del mondo per motivazione del personale e livello tecnologico dei sistemi d'arma impiegati, ha mostrato interesse a continuare i rapporti di collaborazione nel settore dell'addestramento con la possibilità di effettuare attività esercitative congiunte, sia in Israele sia in Italia, che possano incrementare il livello di interoperabilità».

Nel maggio 2006, l'aeronautica israeliana ha partecipato con cacciabombardieri F-15 all'esercitazione dell'aeronautica italiana «Spring Flag 2006», svoltasi in Sardegna dall'8 al 27 maggio. La Svezia si è rifiutata di parteciparvi, in quanto «la partecipazione dell'aeronautica israeliana cambia i prerequisiti dell'esercitazione» (Haaretz, 28 aprile). Un mese e mezzo dopo i cacciabombardieri israeliani attaccavano il Libano.

Oltre a tali attività, la Legge 94 (2005) prevede la cooperazione con Israele nella ricerca, sviluppo e produzione di tecnologie militari tramite «lo scambio di dati tecnici, informazioni e hardware». Vengono inoltre incoraggiate «le rispettive industrie nella ricerca di progetti e materiali» di interesse comune. E' in tale quadro che, nell'incontro del gennaio 2006, il capo di stato maggiore dell'aeronautica israeliana ha «evidenziato notevole interesse sulle capacità operative di alcuni sistemi d'arma impiegati dall'aeronautica militare italiana, auspicando in futuro una più stretta collaborazione tra le industrie aeronautiche italiana ed israeliana».

Tale collaborazione, già in atto, è più ampia di quanto appaia. Il fatto che il disegno di legge fosse stato presentato dai ministri degli esteri e della difesa «di concerto» col ministro dell'università e della ricerca, Letizia Moratti, indica che il governo Berlusconi intendeva coinvolgere nella cooperazione militare con Israele anche centri di ricerca universitari. Così è stato.

Come informa l'Ambasciata italiana a Tel Aviv in «Notizie italiane» (febbraio 2006), il ministro Moratti «ha approvato il finanziamento (10,2 milioni di euro) di 31 progetti di ricerca congiunta con controparti israeliane, attuando così diversi accordi bilaterali firmati dal ministro stesso durante la sua missione in Israele nel 2004». Le controparti italiane sono il Cnr, la Scuola superiore Sant'Anna di Pisa, le università di Milano, Roma, Torino, Bologna e altre. Le controparti israeliane sono soprattutto l'istituto Weizmann e l'istituto tecnologico Technion, ciascuno dei quali partecipa a dieci progetti. Nel campo scientifico e tecnologico, siamo nell'area grigia in cui non c'è una netta linea di demarcazione tra ricerca a fini civili e ricerca a fini militari. Per di più, il memorandum sulla cooperazione militare con Israele stabilisce che «le attività derivanti dal presente accordo saranno soggette all'accordo sulla sicurezza», il quale prevede la massima segretezza.

C'è però un dato certo: l'istituto Weizmann è il principale centro di ricerca che ha permesso a Israele di costruire e potenziare il proprio arsenale nucleare. Attualmente, documenta l'organizzazione statunitense Global Security, esso compie avanzate ricerche sugli effetti delle armi nucleari. Il Technion compie invece ricerche sulle armi a energia diretta, soprattutto su quelle a microonde, che Israele ha probabilmente già usato a Gaza e in Libano.

Con perfetto approccio bipartisan, anche la Regione Lazio e la Provincia di Milano, i cui presidenti sono stati eletti dall'Unione, hanno promosso progetti di ricerca comune con controparti israeliane. Il progetto della Regione Lazio, firmato a Roma l'11 luglio 2006 (due giorni prima dell'attacco al Libano), prevede la cooperazione nel settore spaziale ed elettronico (le cui applicazioni militari sono evidenti). Analogo quello della Provincia di Milano, che ha deciso di «investire nell'high-tech israeliano»: durante la sua permanenza in Israele nel maggio-giugno 2006, la delegazione, guidata dal presidente Filippo Penati (Ds), ha visitato l'istituto Weizmann.

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