Lo 'scudo' Usa anche nel Caucaso

di Manlio Dinucci e Tommaso Di Francesco
Il Manifesto, 24 maggio 2007

Nel ranch del Texas, Bush e il segretario della Nato De Hoop Scheffer hanno parlato il 21 maggio dello «scudo» Usa in Europa. «Ho apprezzato il fatto - ha detto il presidente americano - che il segretario concorda che i piani di difesa missilistica Usa integrano gli sforzi della Nato di rendere tutte le nazioni sicure dall'attacco». Ha però taciuto sul fatto che Washington ha scavalcato l'Alleanza, stipulando accordi bilaterali con i governi di singoli paesi: Gran Bretagna, Italia, Polonia, Repubblica ceca. «Questo è un sistema statunitense - ha già detto a chiare lettere il sottosegretario Usa alla difesa Eric Edelman - e il suo comando e controllo rimarrà nelle mani degli Stati Uniti».

Bush ha ribadito che lo «scudo» in Europa non è diretto contro la Russia, ma fronteggerà la minaccia di missili balistici di uno «stato canaglia». Dieci missili intercettori in Polonia e un radar nella Repubblica ceca, dicono a Washington, non incidono sul potenziale missilistico russo. A Mosca sono convinti del contrario, soprattutto del fatto che il radar presso Praga sarà il primo di una rete attraverso cui il Pentagono potrà monitorare il territorio russo, più efficacemente di quanto è in grado di fare oggi. A confermarlo è lo stesso direttore dell'Agenzia Usa di difesa missilistica, il generale Henry Obering: egli ha parlato di «un radar a spiegamento avanzato che vorremmo dislocare in qualche luogo nella regione del Caucaso». Non ha però specificato in quale paese. Potrebbe essere la Georgia, che ha rapporti già «tesi» con la Russia. Meno probabile, ma non escluso, è che sia l'Azerbaigian o l'Armenia.

Il radar che il Pentagono vuole dislocare nel Caucaso è il Forward-Based X-Band Radar-Transportable (FBX-T) ad alta risoluzione: un sistema altamente mobile, realizzato dalla Raytheon Company, che può essere trasportato con aerei cargo o navi e rapidamente montato nei luoghi di destinazione. L'intera operazione, precisa il generale Obering, può essere effettuata in pochi giorni. Il primo radar di questo tipo è stato messo in funzione in Giappone. Una volta dislocato nel Caucaso, assicura il generale, il radar sarebbe diretto verso l'Iran e non verso la Russia. Basta però guardare la carta geografica per capire che, una volta nel Caucaso, servirebbe a entrambi gli scopi. La segretaria di stato Condoleezza Rice, dopo lo scontro con Putin, ha ribadito che gli Stati uniti intendono usare tecnologie sempre più avanzate «per difendersi» e che non permetteranno a nessuno di «mettere il veto agli interessi della sicurezza americana». Ciò vuol dire che gli Stati Uniti rivendicano il diritto di installare radar e missili ovunque ritengono necessario per la propria «sicurezza».

E' quindi certo che, nei piani del Pentagono, sia prevista l'installazione di radar e missili anche in Italia, dopo che il governo Prodi ha aderito, con un accordo quadro firmato lo scorso febbraio, al programma dello «scudo» Usa. L'Italia è una postazione ottimale per le installazioni dello «scudo» e il primo passo potrebbero essere proprio i radar mobili «a spiegamento avanzato», come quello che il Pentagono vuole portare nel Caucaso: trasportati con aerei cargo o navi, potrebbero essere rapidamente montati dentro le basi Usa e Nato sul nostro territorio, senza che le popolazioni se ne accorgano e quindi reagiscano come sta avvenendo nella Repubblica ceca. L'Italia diverrebbe così postazione avanzata dello «scudo» Usa, contribuendo anche al suo sviluppo tecnologico come prevede l'accordo quadro. E, poiché lo «scudo» ha finalità non difensive ma offensive, verrebbe esposta a ulteriori pericoli. E' il risultato dell'accordo quadro, firmato al Pentagono in segreto da un innominato rappresentante del governo italiano.

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