L'Europa sotto lo scudo del presidente Bush

Ecco che cos'è il «sistema Abm» che gli Stati Uniti vogliono installare nel cuore dell'Europa orientale

Manlio Dinucci
Il Manifesto, 22 febbraio 2007


Che cosa sono e che funzione hanno i missili Abm che gli Usa vogliono installare nell'Europa orientale? Sono missili intercettori, la cui funzione è distruggere con l'impatto cinetico i missili balistici nemici una volta lanciati. Ne sono già stati installati 14 in Alaska, che saliranno a 21 nel 2007, più altri 3 in California. Essi dovrebbero divenire operativi nel 2011, ma sono ancora lontani dall'essere affidabili, come dimostra il fallimento di diversi test. Insieme ad altri sistemi, dovrebbero fornire agli Stati Uniti uno «scudo» anti-missili.

In realtà esso è un sistema non di difesa ma di offesa: se un giorno gli Usa riuscissero a realizzarlo, sarebbero in grado di di usare per primi la spada nucleare, ossia lanciare un first strike contro un paese dotato anch'esso di armi nucleari, fidando sulla capacità dello «scudo» di neutralizzare o attenuare gli effetti di una eventuale rappresaglia. Non a caso Usa e Urss avevano stipulato nel 1972 il Trattato Abm che proibiva tali sistemi, ma l'amministrazione Bush lo ha affossato nel 2002.

Mentre ancora lo «scudo» è in fase sperimentale, gli Usa vogliono installare in Polonia 10 missili intercettori e una stazione radar Abm nella Repubblica ceca. Nella strategia del Pentagono questo è il primo passo per estendere lo «scudo» ad altri paesi dell'Europa orientale (il governo ucraino si è già detto disponibile) e al resto d'Europa: la Gran Bretagna ha messo a disposizione del Pentagono il radar della base di Fylingdales. Ufficialmente, l'installazione dei missili intercettori in Polonia dovrebbe servire a proteggere gli Stati Uniti e l'Europa dai missili balistici della Corea del nord e dell'Iran. La motivazione però non regge. Nessuno di questi paesi, né un altro «stato canaglia», ha missili in grado di minacciare gli Stati uniti e l'Europa. Per di più la Corea del nord, se volesse colpire gli Stati Uniti, lancerebbe i suoi missili non certo verso ovest al di sopra dell'Europa. E, se si volessero intercettare i missili iraniani (che non possono raggiungere gli Usa e l'Europa, né sono armati di testate nucleari), occorrebbe installare i missili Abm in Turchia o altri paesi limitrofi.

Non resta che una conclusione, quella che hanno già tratto a Mosca: il piano statunitense di installare missili Abm nell'Europa orientale mira ad acquisire un ulteriore vantaggio strategico sulla Russia.

I missili Abm, che hanno un raggio d'azione di 4mila km e possono raggiungere 1.500 km di altezza, non sarebbero in grado, lanciati dalla Polonia, di intercettare i missili russi all'inizio della traiettoria e sarebbero poco efficaci anche nella fase intermedia. Tuttavia, poiché i primi due stadi del missile intercettore sono costituiti da quelli del missile balistico intercontinentale Minuteman II, basterebbe sostituirli con quelli del Minuteman III per accrescerne la gittata. Allo stesso tempo, potrebbe essere fortemente aumentato il numero dei missili Abm schierati in Europa.

Il capo di stato maggiore russo, generale Yuri Baluyevsky, ha dichiarato che, di fronte alla progettata installazione dei missili Abm nell'Europa orientale, «abbiamo trovato metodi adeguati e asimmetrici che ci permettono di dire: gli esistenti e futuri sistemi Abm saranno efficacemente penetrati dai nostri missili balistici intercontinentali e dalle loro testate». E lo stesso Baluyevsky avverte che la Russia potrebbe anche ritirarsi dal Trattato Inf del 1987, che ha permesso di eliminare i missili a raggio intermedio schierati in Europa. Spira così sull'Europa, di nuovo, il vento della guerra fredda. Anche se i missili intercettori saranno inutili, Washington può così conseguire un primo risultato: dimostrare che gli alleati europei, per essere sicuri, devono stare sotto lo «scudo» politico-militare statunitense.

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