Fisco inferno

Alessandra Daniele

Fonte: Carmilla online
15 agosto 2011


Come lungamente profetizzato, il tempo è giunto.
Le tribolazioni fiscali e le piaghe tributarie sono però solo una parte di quello che ci aspetta. Ciò che il coro degli araldi mediatici preferisce tacere, mentre annuncia l'avvento dell'Anticrisi, è che reca il Marchionne della Bestia.

Ci dicono ''la casa brucia'', in realtà a estendersi come un incendio, sfruttando il vento della crisi, è il Modello Pomigliano-Mirafiori, quell'inceneritore di diritti dei lavoratori che era stato spacciato come eccezione, e che in qualche mese è già diventato la regola. Il Modello Unico di sfruttamento che il decreto-stangata, immediatamente firmato dal solerte presidente, estende dagli operai FIAT a tutti gli altri lavoratori dipendenti. Come intuibile, il cosiddetto caso isolato era in realtà il paziente zero. Dall'accordo Mirafiori all'esplosione dell'allarme Anticrisi sono infatti passate più o meno 28 settimane.

Ci ripetono ''la casa brucia'', e che tutti dobbiamo portare il nostro contributo liquido per spegnere le fiamme, fosse pure il nostro sangue arterioso. E se ne fingono addolorati, con espedienti da vecchi guitti, dandosi la colpa a vicenda. Non è il loro cuore a grondare sangue però, sono le loro mani. Stiracchiare smorfie di contrizione fasulla è il loro unico sacrificio. Le false lacrime di collirio che gli rigano il cerone, il loro unico contributo liquido. E nella casa che ci chiedono - anzi, ci ordinano - di salvare dal fuoco che loro stessi hanno appiccato, ci vogliono come schiavi da cortile. Come house negros, che dicono ''la nostra economia'', e trepidano per gli indici di borsa, mentre fanno straordinari sottopagati invece delle vacanze. Che rispondono ai nobili appelli presidenziali alla ''responsabilità'', e si precipitano a salvare dalle fiamme la casa del padrone che è la loro prigione. Questa non è la nostra economia. È la loro finanza corrotta, nutrita col nostro lavoro, i nostri risparmi, i nostri diritti, il nostro futuro, e che non ne sarà mai sazia, perché non è nella sua natura.

La natura della Bestia è mangiare, consumare risorse e vite umane finché ogni territorio sia un deserto, ogni città una discarica, ogni specchio d'acqua una pozza di liquame, e ogni essere umano superstite sia uno schiavo da cortile, che aspetta disciplinato il suo turno di diventare carne da macello. Con la Bestia non si contratta.
Dobbiamo fermarla.

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