Questioni di principio

I partiti italiani che si richiamano al comunismo nonchè il Manifesto (tre entità politiche che hanno radici storiche diverse tra loro e che dunque si distinguono l'una dall'altra per una miriade di sfumature) sono tuttavia accomunati da da una marcata caratteristica: essi sono certi di essere portatori di una pretesa concretezza anti-ideologistica. Per loro, tutte le grandi questioni di principio sono ideologismo. Ma in ciò non vi è nulla di nuovo ed originale. Ogni partito comunista che ha spazzato via i principi relegandoli nel presunto immondezzaio degli ideologismi, dal Pcus di Krusciov al Pci di Togliatti (dopo la svolta dell'ottravo congresso, svolta, appunto anti ideologistica) sono andati incontro alla rovina.

è l'atteggiamento verso la guerra imperialista una questione dirimente, vale a dire di principio? Ebbene, abbiamo assistito ad un fatto scandaloso e agghiacciante: il partito fondato da Cossutta che pur si ribellò alla liquidazione del Pci, non trovò in sè la forza di provocare una crisi di governo (allora erano al governo) e si fecero trascinare nell'aggressione imperialista alla Jugoslavia! L'altro partito comunista (quello di Bertinotti) riesce ancora a dare di sè l'immagine di una forza di opposizione alle guerre ma è anch'esso, a ben guardare, solidale con le imprese militari degli Usa. Innanzitutto perchè è portatore di un'ideologia controrivoluzionaria molto ben vista dall'imperialismo, il pacifismo, che mettendo sullo stesso piano guerre giuste e guerre ingiuste (questione marxista di principio disprezzata e misconosciuta dagli opportunisti) accomuna in un'unica condanna le guerre imperialiste e le guerre di liberazione nazionale, aggressori ed aggrediti. I risvolti di questa ideologia controrivoluzionaria, tradotta in discorsi, sono tutti contenuti nelle ignominiose dichiarazioni di Bertinotti il quale, oltre a disprezzare ed infangare - da autentico controrivoluzionario - la Resistenza irachena, chiede per quel paese (ma guardate che grande pacifista!) la sostituzione di un dominio militare (gli Usa) con un altro (l'Onu).

Finchè c'era la Guerra fredda e l'equilibrio tra due superpotenze, i margini per ingannare la classe operaia e gli strati progressisti della popolazione erano, forse, più ampi. Ma da quando l'imperialismo è divenuto monopolare e si è lanciato, ormai senza nessun freno, in attacchi criminali a popoli inermi, viene fuori tutto il marciume e il leccapiedismo di forze politiche e redazioni di giornali cui piace ancora definirsi comuniste. In tempo di pace puoi dire tutte le sciocchezze che vuoi, ma quando c'è la guerra ti devi schierare, non hai più la possibilità di sguazzare nel pantano dell'equivoco, ed è proprio la guerra amerikana che ha svelato senza mezzi termini l'abietta complicità di queste forze con l'imperialismo.

Un recente articolo di cui consigliamo vivamente ai compagni un'attenta lettura (G. Lannuti, La logica libanese del nuovo Iraq - Liberazione del 30 aprile) è un istruttivo esempio della posizione controrivoluzionaria e antirachena del Prc. L'estensore dell'articolo non premette mai l'aggettivo “fantoccio” quando parla di “governo”, “ministri” ed “esercito” iracheni. Quindi, questa truffaldina omissione gli consente di fare una presunta analisi “concreta” (senza ideologismi, per carità!) di ciò che sta accadendo a Bagdad a livello “governativo”. Ma lo stesso fatto di trattare i repubblichini collaborazionisti come veri e legittimi soggetti politici gli fa dire un cumulo di colossali sciocchezze del tipo: “non sono stati ancora attribuiti dicasteri chiave”, oppure: “l'unico dato positivo è l'esclusione di Allawi”, o ancora: “i limiti (i limiti!!) del nuovo governo” sono “sottolineati” dall'intensificazione di “azioni terroristiche” ecc. Ma quando poi questo Lannuti ricorda che il nuovo “governo” è stato varato proprio nel giorno del sessantottesimo compleanno di Saddam Hussein, egli definisce la circostanza “una beffa della storia”. Intanto, egli tace deliberatamente sul fatto che proprio in coincidenza con quell'anniversario la Resistenza irachena ha scatenato la più vasta offensiva in tutto il paese contro americani e collaborazionisti. E tacere su questo fatto è del tutto opportuno per dei sedicenti comunisti che hanno sempre abboccato all'amo della propaganda imperialista. La tattica di Washington è stata quella di hitlerizzare i Milosevic e i Saddam prima di andare ad aggredire i loro paesi, poi ha prelevato questi leader politici (grazie al tradimento dei collaborazionisti), e ha inscenato (per Milosevic) e si appresta ad inscenare (per Saddam) processi-farsa che fanno strame del diritto internazionale (se mai si può parlare di diritto internazionale nell'epoca dell'imperialismo). Dunque, riconoscere oggi che “il mostro” Saddam Hussein è ancora la figura centrale della Resistenza antiamericana è una beffa non per “la storia”, ma per quei comunisti rammolliti che sono caduti, da veri cretini, nella trappola dell'hitlerizzazione di Saddam (e ieri di Milosevic) abilmente tesa dagli specialisti degli uffici-studi di Washington.

Staremo a vedere, conclude Lannuti, se il governo (senza virgolette) Jaafari sarà un puro e semplice governo fantoccio. Eh no, caro Lannuti, questo “governo” è già un puro e semplice fantoccio, e l'augurio che i comunisti e i democratici del mondo fanno agli eroi (non “terroristi” ma eroi) della Resistenza irachena è che impartiscano sia agli americani che ai loro collaborazionisti il castigo che meritano per i crimini commessi, fino alla cacciata degli americani e al trionfo dell'autodeterminazione (non fantoccia) del popolo iracheno.

Amedeo Curatoli

5 maggio 2005


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