La "Guerra Fredda" prossima ventura

di Giulietto Chiesa
22 marzo 2007
Dal mensile Galatea
Fonte: Megachip


Qualcuno si ricorda ancora cos'erano i Pershing e i Cruise ? Era poco più di vent'anni fa , e i missili di crociera erano appena stati inventati, ma ancora non volavano. Poi hanno cominciato a volare e colpire, ma non dove erano stati progettati per colpire, cioè in Unione Sovietica, bensì in Irak, in Afghanistan e, prima ancora, in quella ch'era allora la Jugoslavia.

Adesso la faccenda ricomincia. Solo che le basi di partenza non stanno più in Germania, ma si sono spostate verso est, in Polonia, insieme ai confini dell'Occidente. E i radar che dovrebbero parare il colpo di un eventuale attacco di un eventuale nemico, e guidare la risposta, saranno piazzati in uno stato che allora non c'era e che ora si chiama Repubblica Ceca. E i missili che dovrebbero abbattere, prima che arrivino a destinazione, sarebbero - pensate un attimo alle dimensioni della bufala - provenienti dall'Iran e dalla Corea del Nord.

Quale destinazione? Non è ancora stato chiarito. Forse le capitali europee tutte insieme. Forse Washington e New York o addirittura Los Angeles. Ma davvero Ahmadinejad ha dei missili intercontinentali che possono fare il giro del mondo? E anche Kim Jong Il davvero li ha questi missili? C'è da dubitarne. Gli ultimi che ha sperimentato sono caduti dopo poche decine di chilometri. E Ahmadinejad non pare che stia più avanti.

Sappiamo quanto costerà l'intera operazione: circa 50 miliardi di dollari. Non male come spesa. Qualcuno ha calcolato che quei denari potrebbero risolvere i problemi dell'acqua per tutta l'Africa nei corso dei prossimi cinque anni.

Ma chi se ne frega dell'acqua che dovrebbero bere, e non bevono, i bambini africani? Importa la nostra sicurezza.

La nostra sicurezza? Nostra di chi? Degli europei, ci rispondono da Praga e da Varsavia. E aggiungono, con una certa enfasi: dovreste ringraziarci, ingrati. Gli europei, quelli di Bruxelles, interrogati, non ne sapevano niente. Barroso cade dalle nuvole. Javier Solana, uno che di queste cose dovrebbe sapere, essendo il capo della politica estera europea, ed essendo stato anche segretario generale della Nato, risponde, un pò stranito: "Questa non è faccenda europea". Infatti in sede europea, nessuno è mai stato consultato. Non ne ha parlato la Commissione, non è stato all'ordine del giorno del Consiglio dei Ministri dei 27 paesi.

Allora, incuriositi, ci siamo rivolti alla Nato, sempre a Bruxelles, ma risulta che nemmeno la Nato è stata messa al corrente. Così veniamo a sapere che, della nostra sicurezza, si stanno occupando a Washington. Forse non ce lo hanno detto perchè non vogliono che ci inquietiamo troppo. Una misura per ridurre il consumo di tranquillanti a Parigi, Londra, Roma e Atene. Così, dopo avere ricostruito a fatica l'intero percorso di queste peregrinazioni benefiche a nostra insaputa, siamo venuti a sapere che gli Stati Uniti di George Bush, quello stesso che inventò le armi di distruzione di massa in Irak, hanno mandato i loro emissari in Polonia e a Praga e hanno convinto cechi e polacchi che non occorreva immischiare l'intera Europa, tanto meno la Nato, in una tale faccenda.

Ce la caviamo da soli, gli ha detto Dick Cheney. Voi non pagate niente, mettiamo tutto noi. Anzi voi ne ricaverete molti benefici economici. I gemelli Kacinski hanno immediatamente acconsentito, seguiti a ruota dal governo di destra della Repubblica Ceca, incuranti gli uni e l'altro di contribuire in tal modo a riorientare, ipso facto, i missili sovietici in una direzione verso la quale non erano puntati fino a ieri I quali ultimi, a differenza di quelli di Teheran e di Pyong Yang, esistono davvero e sono tremendamente vicini: un sospiro. Ma questo non lo diremo ai polacchi e ai cechi, per evitare loro di consumare troppi tranquillanti. A loro si dovrebbe semplicemente dire che, la prossima volta, sarà bene che ci pensino meglio prima di votare i gemelli Kacinski o partiti che mangiano pane e missili a colazione, guidati dal signor Mirek Topolanek..

L'Europa, in verità, non ha gradito molto. Il Parlamento Europeo, per esempio, ha votato una risoluzione in cui condanna l'installazione di missili sul territorio europeo, chiedendo, abbastanza seccato, di essere consultato prima di essere messo in mezzo ad avventure militari. La Nato, con un a-plomb considerevole, ha taciuto. Invidiabile fair play per un'alleanza militare il cui compito dovrebbe essere quello di proteggere i suoi membri, e che, invece, è impegnata in un conflitto molto lontano dai suoi confini, in Afghanistan, mentre viene tenuta fuori, ignorata, negletta, dai compiti di difesa che le spettano di diritto. Tutto molto inspiegabile addirittura stupefacente. E tale da sollevare molti e seri interrogativi sulle intenzioni dell'attuale Amministrazione americana.

A meno che i missili "ceco-polacchi" non siano affatto quello che ci viene adesso raccontato. Cioè a meno che quei missili siano messi in quei posti non per parare il colpo dei jocker "matti" Kim Jong Il e Ahmadinejad, ma per creare problemi tra l'Europa e la Russia e, in primo luogo, dentro l'Europa stessa. Insomma missili che sarebbero assai più simili a mine, piazzate al centro dell'Europa dell'est, per far saltare in aria ogni prospettiva di consolidamento dell'unità europea.

Così tutto torna. Dentro l'Europa infatti i problemi sono già esplosi. Anzi dentro la Germania, prima di tutto. Tanto da far saltare i nervi non solo a Gerhard Schroeder (il che è comprensibile) ma anche all'altro ex cancelliere tedesco "storico", colui che venticinque anni or sono, quando era al potere, fece installare gli euromissili sul territorio tedesco: Helmut Schmidt.

E trema la grande coalizione tedesca tutta intera, mentre la "Vecchia Europa" comincia a rendersi conto che il suo allargamento a est si sta trasformando in qualcosa che somiglia sempre di più a una rottura interna, che mette a repentaglio ogni filosofia comune. Altro che ripresa del processo costituzionale!

E come si avvia il dialogo con la Russia piena di petrolio e di gas - proprio adesso che ci siamo resi conto che ne avremo molto poco assai presto - mettendogli sotto il naso altri missili? E' come chiedere a Berlino di consegnarsi in ostaggio a Varsavia e, per interposta persona, a Washington. E lo stesso effetto lo si legge a Parigi. Roma tace, come al solito, ma le toccherà lo stesso destino.

E la Russia come reagisce? Vladimir Putin l'ha già mostrato nel suo discorso di Monaco. Una secchissima requisitoria che qualcuno ha interpretato come uno "scatto di nervi", una manifestazione di "irritazione". E forse è un pò vero che sarebbe stato tatticamente più giusto se Putin avesse fatto uno sforzo per distinguere amici da nemici, provocatori attivi da interlocutori potenziali. Non tutta l'Europa, infatti, è fatta di gemelli Kaczinski e di Mirek Topolanek. Ed è altrettanto evidente che l'Europa, presa nel suo insieme, non è mai stata così lontana da Washington e dall'attuale sua Amministrazione. Ma, fatti tutti i calcoli, non pare che Putin si sia lasciato andare a uno sfogo. Certi discorsi si preparano con largo anticipo. E Putin ha voluto mettere alla prova tutti, amici, mezzi amici e nemici, come può decidere di fare solo chi si sente molto forte.

A Monaco di Baviera il presidente russo è andato per tirare le somme dopo una lunga serie di scaramucce, in cui diverse capitali del continente europeo sono state usate come fortini per sparacchiare sul Cremlino, e sui quali il Cremlino ha, a sua volta, sparacchiato a casaccio: Kiev, Minsk, Tbilisi, Tallin, Vilnius, Riga, Varsavia, Praga.

Adesso siamo al dunque - ha detto Putin ai suoi esterrefatti commensali in Bavaria - o la smettiamo di tirare colpi bassi, oppure preparatevi a una nuova guerra fredda.

Sullo sfondo c'è, naturalmente, l'Iran. E il paradosso (ma lo è solo per quelli che si erano illusi che la sconfitta di medio termine di Bush lo avrebbe indotto a più miti consigli) è che a Washington non c'è affatto un'anatra azzoppata che si avvia malinconicamente alla fine del suo mandato. Al contrario c'è un gruppo di persone che si appresta a giocare l'ultima partita con tutte le armi di cui dispone, metaforiche e reali.

Magari i missili in Polonia non ce li metteranno, ma non è importante che si siano. Basta che servano a scompaginare l'Europa. Del resto anche i polacchi, difendendosi dalle accuse degli altri europei, ammettono che il programmino missilistico offerto loro dagli Stati Uniti non servirebbe a niente, meno che mai per fermare un attacco russo: uno scudo stellare crivellato di buchi. E, per quanto riguarda gl'inesistenti missili iraniani, al contrario, quei cinquanta miliardi di dollari sarebbero come varare una portaerei per fare fronte alla minaccia di una barchetta di pescatori.

Forse aveva ragione quel deputato tedesco che, qualche giorno fa, commentando l'intricata partita, diceva sconsolato, scuotendo la testa: "Vuoi vedere che tutta questa storia è solo l'effetto di una contrattazione privata tra i gemelli Kaczinski e la Hallyburton del vice-presidente Dick Cheney? Noi ci affanniamo a parare i colpi, cerchiamo di interpretare il loro significato politico, almanacchiamo complicate spiegazioni, mentre loro si sono messi d'accordo alle spalle di tutti per fare soldi". La torta è grande per chi fabbrica armi strategiche.

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