La nuova forza acquistata dai Democratici cambierà la politica USA?

di Giulietto Chiesa
da Galatea


"...siamo arrivati al capolinea e dovremmo cambiare tutto, mentre ci accorgiamo che non siamo capaci di cambiare niente".

Cambierà, e quanto, la politica degli Stati Uniti d'America adesso che - come ha scritto David Brooks (International Herald Tribune, 5 Gennaio 2007) - "il milionario possessore di ranch, repubblicano, viene messo sotto controllo da una milionaria possidente di vigneti come Nancy Pelosi, democratica?"

Fino a che punto la signora Pelosi (e quel che rappresenta in termini di ricchezza) potrà spingersi nell'infastidire le grandi corporations che non solo hanno finanziato la squadra avversaria, ma hanno finanziato anche lei e la sua squadra?.

Già, perchè il suo famoso collare di perle tahitiane dei mari del sud, noto in tutta la costa occidentale, è il frutto della proprietà, tra moltissimi altri, del pacchetto di minoranza (ma pur sempre un discreto pacchetto) della catena alberghiera Auberge du Soleil e del Cordevalle Club (tutte informazioni che ricavo dal Brooks).

Il suo discorso d'investitura come speaker della Camera dei Rappresentanti ha espresso un solo concetto: "I democratici sono ritornati". Era dal 1994 che mancavano. Ma trovare conferma, nelle parole di Nancy, delle speranze degli elettori in un qualche profondo cambiamento della politica americana è impresa ardua.

Anche perchè l'eco delle proposte di bipartizanship subito formulate dal Presidente è stato grande tra le fila democratiche. George W. Bush ha detto: "Lasciamo da parte la politica e concentriamoci sul futuro". Curiosa espressione, invero, che lascia pensare che ci si possa concentrare sul futuro senza fare politica. Oppure che fino ad ora fossero tutti concentrati sul presente perchè facevano politica. O, infine - ed è l'ipotesi più probabile - che la politica fatta fino ad ora dagli uni e dagli altri, è stata così torbida e lurida da impedire di guardare qualsivoglia futuro.

Il fatto è che il richiamo della foresta funziona tanto per i repubblicani quanto per i democratici, e Nancy Peolosi ne è la prova, essendo la meno liberal dei liberals San Francisco style , mentre le sue fortune politiche derivano essenzialmente dalle sue formidabili capacità di fundraiser , cioè di raccoglitrice di denaro.

Quanto a questo Nancy è una idrovora e, in un paese dove l'orizzonte delle possibilità politiche si misura dall'altezza delle pile di dollari che si riesce ad accumulare, questa capacità è la chiave di volta del successo.

Qualcuno l'ha definita "maestra del circuito dei mille dollari a coperto", con riferimento alle cene di sponsorizzazione per accedere alle quali si sborsano quelle che, per un comune mortale sono piccole fortune, stipendi più che mensili, mentre per i veri commensali che le frequentano sono solide occasioni per entrare a vele spiegate in futuri, cospicui, mercati delle vacche.

Nancy, in effetti, lo ha fatto non solo per sé ma anche per il Partito democratico, raccogliendo montagne di denaro, specie tra i giganti delle tecnologie informatiche che si moltiplicavano come funghi a Silicon Valley e in tutta la West Coast e che, non meno delle altre corporations , cercavano appoggi e rappresentanza politica nella East Coast washingtoniana.

Per questo fu presidente del partito democratico della California nel 1984 e, nel 1986, fu nominata presidentessa del comitato nazionale per la raccolta fondi del Senato per i Democratici. Poi i dollari ha cominciato a raccoglierli per sé stessa, evidentemente.

Ora torniamo al punto: come si fa a raccogliere i soldi? La cosa è piuttosto semplice. Consiste nell'andare a parlare con i miliardari CEO, chief executive officers, con i presidenti delle banche d'investimento, con i tycoons di ogni sorta, promettendo loro esattamente ciò che loro vogliono sentire e convincendoli che sarà il tuo partito a eseguire i loro più profondi desideri, assai meglio di quanto non possano fare gli uomini del partito dirimpettaio.

Per fare questo con efficacia bisogna conoscere quali sono quei desideri, e la loro intensità e, per questo, il modo migliore è condividerli. Cosa facilissima per chi è già miliardario per conto proprio.

Nancy Pelosi è stata presentata dai giornali ora come una "rabbiosa democratica" (New York Times), ora come "supersettaria" (Time Magazine), ma solo perchè è notoriamente capace di mettere i dollari di Boston contro quelli di Huston e Denver, e anche perchè ha minacciato che i democratici faranno esattamente quello che i repubblicani hanno fatto nel passato: cioè si prenderanno tutto e, forti della maggioranza, decideranno come pare a loro.

C'è solo un piccolo dettaglio da aggiungere, che Nancy Pelosi non ha detto: che, avendo gli stessi sponsor dei loro avversari, quello che decideranno sarà molto simile, per non dire identico, a quello che avrebbero deciso i loro avversari. La lotta è feroce, dunque, ma solo nel Parnaso dove tutti sono plutocrati: per decidere chi avrà il potere di prendere le decisioni comuni ricavandone vantaggio per la propria parte. Essendo ben chiaro che le decisioni saranno sempre quelle del Parnaso, del super jet set, quello degli aerei privati e non quello della gente che vola in economy, meno che mai di quella che non vola per niente.

Ecco perchè nei sistemi bipartitici moderni si ha l'impressione che tutto accada "al centro" e che tutto avvenga in base a compromessi. Perchè il "centro" sono loro e la democrazia non c'è quasi più, e quel poco che rimane lo usa la nomenklatura del denaro per i propri scopi.

Ecco perchè, mentre Bush decide di aumentare le dimensioni della guerra in Irak, oppure di bombardare la Somalia, o di preparare altre avventure, i democratici quasi non si sentono. Al massimo borbottano. Perchè, a ben guardare, non hanno proposte alternative. E si capisce, avendo essi sostenuto fin dall'inizio la guerra, le guerre. Anzi avendo essi promosso, ai tempi di Clinton, la prima delle guerre dell'impero, quella contro la Jugoslavia. Ecco perchè Nancy Pelosi non ha ancora detto - e non lo dirà - che gli Stati Uniti devono ritirarsi dall'Irak. E, se la candidata a presidente per le prossime presidenziali sarà la senatrice Hillary Clinton, non vi è alcun dubbio che succederà molto poco, o quasi niente, nella politica americana.

E anche questo non è difficile da capire. Perchè se diventasse Presidente, e volesse cambiare politica, Hillary Clinton dovrebbe parlare a reti unificate al paese e dire ai suoi concittadini esattamente il contrario di quello che George Bush disse subito dopo l'11 settembre: "Tornate a fare shopping".

Il fatto è che l'America è il paese più indebitato del pianeta, e continua a indebitarsi a ritmi forsennati, e deve rastrellare - come ha scritto Joeph Stiglitz - sui mercati mondiali qualcosa come tre miliardi di dollari al giorno per rimanere in equilibrio.

Ma questo Hillary non lo potrà dire, e tanto meno a reti unificate, perchè non arriverebbe alla fine del suo mandato, in un modo o nell'altro.

Naturalmente c'è della logica in questa follia, farebbe dire William Shakespeare a qualcuno dei suoi personaggi. Da decenni gli americani sono stati trasformati, con dosi da cavallo di pubblicità, in consumatori compulsivi (e noi, un pò meno, ma anche noi). Come fermare questa insensatezza? E come non accorgersi che, fermandola, si fermerebbe tutta questa macchina infernale che ci avvinghia tutti in questo mondo globalizzato? Il futuro imperatore dovrebbe decidere per tutti, non solo per gli americani, e non può farlo neanche per gli americani: figuriamoci per gli altri sei miliardi. Il tutto mentre stiamo consumando più energia di quanto non siamo in grado di produrne, e stiamo "disturbando l'universo" nel quale viviamo più della sua capacità di sopportare la nostra stupidità collettiva e suicida. Dimenticando anche che la Natura non ha la benevolenza di occuparsi di noi, perchè esisterebbe anche senza la nostra presenza.

Insomma cosa ci aspettiamo da Nancy Pelosi? In fondo ha, una volta tanto, perfettamente ragione Pigi Battista che, sul Corriere (18 gennaio) scrive che "Una base militare americana resta americana a prescindere che l'inquilino della Casa Bianca sia repubblicano o democratico, falco o colomba, rude o moderato".

Fino a che le basi ci sono bisogna sapere che serviranno per fare la guerra, non importa con quali motivazioni e sotto quali bandiere. Il problema è che siamo arrivati al capolinea e dovremmo cambiare tutto, mentre ci accorgiamo che non siamo capaci di cambiare niente. Con l'unica previsione possibile: che saremo costretti a cambiare, contro la nostra volontà, in tutta fretta, con grandi dolori e immense perdite.

Ma tutto questo non lo si può vedere dai campi di golf del Cordevalle Club, e nemmeno guardando il Grande Fratello.

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