Due chiarimenti sulle prospettive

L'aver imboccato la strada di creare un movimento politico organizzato con lo slogan Cambiare l'Italia attuando la Costituzione comporta la capacità di individuare costantemente i nodi dello scontro politico e sociale che contraddistinguono da una parte la linea liberista e dall'altra le spinte politiche e sociali che al liberismo si oppongono. Ciò vale per l'Italia ma anche per l'Europa, dove il caposaldo liberista dell'UE è un nemico che condiziona tutto lo sviluppo del nostro paese. Cambiare l'Italia attuando la Costituzione deve tener presenti perciò ambedue i fronti.

   In questa lotta non siamo all'anno zero. Il cambiamento degli equilibri politici ha messo in crisi, sia in Europa che in Italia, le logiche dell'austerità quale l'abbiamo vissuta nei decenni scorsi e il governo Conte è riuscito a rappresentare la mediazione tra la spinta a ritornare alle tradizionali posizioni liberaleuropeiste rappresentate dal PD e il programma dei 5 Stelle che va nella direzione opposta.

   Certamente la mediazione tra queste due tendenze è difficile, ma bisogna tener presente che il PD è costretto all'alleanza di governo da uno stato di necessità rispetto alla fase di crisi che ha attraversato e non può facilmente sganciarsi da questa alleanza. Alla lunga è probabile che i nodi vengano al pettine, a meno di una capitolazione dei 5 Stelle (alla Gennaro Migliore per intenderci).

   Non c'è però nulla di scontato sull'esito dell'esperienza Conte e gli attori in campo stanno giocando la loro partita con molta abilità, ognuno cercando di spingere nella sua direzione, ma poi di fatto marciano ancora in avanti, tappa dopo tappa. E tenendo conto anche di quello che si muove in Europa su cui Conte sta giocando la sua sfida con l'azzardo di essere entrato, nella sua battaglia per ridisegnare i rapporti nell'UE, nel recinto della Merkel. Questo rende furiose le forze di destra che non riescono a travolgere il governo che ha dimostrato, almeno fino ad ora, di saperle logorare, e non riescono a prevalere nonostante le quinte colonne istituzionali e mediatiche.

   La situazione è però complicata. Per questo occorre mantenere un orientamento chiaro sia rispetto alla valutazione dell'azione del governo che a ciò che un movimento politico antiliberista deve fare in questa fase. Per questo parliamo di chiarimento su due questioni rispetto alle prospettive.

   La prima riguarda proprio il governo Conte. Bisogna essere contro il governo Conte? Noi stiamo cercando di far capire a quelli che si ritengono antiliberisti che l'obiettivo non può essere il capo del governo perchè così facendo si rafforza la campagna della destra e si colpisce colui che ha dimostrato la sua autonomia dalle forze liberiste che sono nell'area di governo e dintorni. Certo mediazione significa anche compromessi, ma se non si rimane folgorati dagli abbagli delle rivoluzioni virtuali, dovremmo aver imparato che i risultati da conseguire dipendono dai rapporti di forza e dalla capacità politica di saperli gestire.

  Un secondo chiarimento va fatto rispetto a quelli che si considerano nello schieramento antiliberista e provengono dalle file di una sinistra disastrata e ripetitiva. A costoro, a nostro parere, spetterebbe il compito di utilizzare i punti avanzati dello scontro con l'ala liberista, di destra e di centro, quali il reddito di cittadinanza, il salario minimo, quota 100 e i tentativi di reimpostare alcuni rapporti internazionali e con l'UE per allargarne l'eco e convincere che si può e si deve cambiare ampliando le prospettive con un'ipotesi politica di organizzazione di un movimento che abbia un programma convincente per i milioni di persone che hanno messo in crisi vecchi equilibri consolidati.

  I tre punti del nostro programma cercano di dare risposta a questi problemi e rimangono la stella polare su cui orientare il dibattito e l'iniziativa politica in questa fase e stabilire anche una dialettica con gli avvenimenti.

Aginform
10 luglio 2020