La brutta aria si è fatta cattiva

Marco Cedolin

Fonte: ilcorrosivo
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8 settembre 2011


Sono andato in vacanza per qualche settimana. A dirla tutta si è trattato di una vacanza metaforica, di ultima generazione, a costo zero, senza code in autostrada tarantolato sotto il solleone, senza alberghi da pagare, senza lettini ed ombrelloni noleggiati a peso d’oro, senza passeggiate serali nei santuari dello shopping balneare, senza alcuna preoccupazione concernente il meteo. Mi sono limitato a mettere il cervello in stand by (diventando un problema per i geniacci che redigono le statistiche in TV) continuando a recepire tutto quanto stava accadendo, ma rifiutandomi categoricamente di elaborarne il contenuto, sempre ammesso che esistessero dei contenuti da elaborare nella cacofonia convulsa che mi scorreva senza soste davanti agli occhi.
Ora che sono tornato, seppur vittima della sindrome da vacanze finite, che sul Corriere della Sera viene sviscerata con dovizia di particolari, provo a riaccendere qualche neurone, ma intendo farlo con prudenza ed a piccole dosi, dal momento che, stante il tenore degli accadimenti, lo shock potrebbe rischiare di essere troppo forte.

La Libia è stata definitivamente devastata, smembrata ed occupata dalla Nato, così come accaduto in Afghanistan ed in Iraq. Anche se in questo caso gli occupanti non hanno agito in divisa, preferendo deputare al massacro della popolazione civile una banda di ladroni sanguinari composta da briganti locali, mercenari di varie etnie e contractors ormai da tempo a libro paga degli statunitensi.
Gli uomini in divisa si sono limitati ad uccidere dall’alto, fatta eccezione per qualcuno che la divisa se l’è tolta ed è sceso sul campo a coordinare le armate dei briganti. I giornalisti al contrario la divisa l’hanno tenuta ben stretta, lavorando sodo per il padrone, fra filmati falsi, notizie destituite di ogni fondamento e veri e propri set cinematografici allestiti alla bisogna in qualche paese amico.....

La notizia buona, a volerla trovare, può essere quella che Gheddafi è ancora vivo, cosi come vivo è il sostegno offertogli da larga parte del suo popolo. Quella cattiva che la Libia, così come l’avevamo conosciuta, non esiste più e si è trasformata in un protettorato Nato ,che vivrà anni di guerra civile, morte e devastazione. Mentre Gheddafi, come tutti coloro che l'hanno preceduto nel sostenere gli interessi nazionali, contro l’egemonia usraeliana, è diventato un criminale di guerra con tanto di taglia sopra la testa e ordine di cattura, vivo o morto, secondo il cliché ormai consolidato della democrazia…..

Anche in Italia, ma sarebbe meglio dire in Europa dal momento che ogni confine nazionale è stato ridotto ad un simbolico trattino sulla carta geografica, la situazione sta facendosi per molti versi drammatica, anche se i media e la politica lavorano affinché si continui a credere trattarsi di quisquilie da affogare in una partita di calcio taroccato o in una notizia di gossip da suggere con spensieratezza.
A governare il “Bel Paese” provvedono ormai stabilmente Trichet e Draghi, mentre la pletora di camerieri nostrani, assai goffamente, tentano di eseguire gli ordini, salvando contemporaneamente una faccia ormai buona solo per il luna park
Nel corso di un paio di mesi la manovra finanziaria, leggasi salasso ordito alle spalle dei cittadini di un paese economicamente moribondo, imposta dalla BCE per rimpinguare le casse del sistema bancario, è già cambiata almeno 4 volte. Esprimendo tutto ed il contrario di tutto, sempre contornata dallo scetticismo o dal plauso di chi ha chiesto subito miliardi senza se e senza ma, ed aspetta impaziente che arrivino in fretta.
Stando alla finanziaria ultima versione, 6.0 o giù di lì, la maggior parte dei danari da devolvere al sistema Europa arriverà dalle tasche di tutti i cittadini, colpendoli in maniera direttamente proporzionale al loro grado di povertà. Se è vero che la parte più corposa della manovra sarà costituita dall’aumento di un punto percentuale dell’IVA, imposta che più di qualsiasi altra pesa maggiormente sulle spalle dei poveracci.
Oltre ad esperienze alchemiche intorno a millantate riduzioni di parlamentari, province e comuni, oppure prelievi su redditi talmente alti che per decenza mi astengo dal pronunciare, o ancora favole stantie ed ammuffite che parlano di lotta all’evasione fiscale, non sembrano vedersi all’orizzonte alternative di sorta.

Fioriscono invece a corollario provvedimenti finalizzati a smantellare i diritti di quei pochi che ancora godono di un posto fisso. Trichet sta riuscendo per la gioia della Marcegaglia, nello smantellamento dell’art. 18 concernente il licenziamento senza giusta causa, laddove dal 2001 Berlusconi aveva sempre fallito.
Mentre la deroga al contratto nazionale, estorta da Marchionne in quel di Pomigliano, diventerà una regola per tutti, come avevamo a suo tempo previsto accadesse.

Nonostante non serva molta immaginazione per comprendere le conseguenze dei nuovi salassi, su un’Italia già barcollante che si sta sempre più “grecizzando”, in questi giorni quasi tutti i partiti stanno organizzando le proprie feste, ritenendo in tutta evidenza di avere davvero qualcosa da festeggiare con una braciolata ed una pinta di birra, probabilmente la nemesi dell’Italia e della maggior parte degli italiani.

La CGIL ha organizzato sabato scorso uno sciopero generale contro la manovra finanziaria, nel tentativo di recuperare un minimo di quella credibilità persa negli anni firmando e controfirmando qualsiasi accordo capestro contro i lavoratori le venisse messo sul tavolo, ed avallando con il sorriso sulle labbra quell’Europa che ci ha portati fin qui.

La sinistra radicale si sta rendendo protagonista di beceri attacchi, con tanto di schiaffoni ed insulti, nei confronti dei ciclisti che partecipano al giro della padania, ritenendo probabilmente che la gara ciclistica metta a rischio la sopravvivenza del paese, o più semplicemente sperando che i propri militanti, tenuti occupati così, possano dimenticare la condiscendenza con la quale i vertici di sinistra hanno sempre scodinzolato di fronte ai banchieri di questa Europa che ci sta tagliando la gola.

Si stava bene in vacanza, visti i modici prezzi, quasi quasi potrei carezzare l’idea di concedermi ancora una settimana, ma senza esagerare, altrimenti si finisce per prenderci gusto.

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