Putin insegna il diritto internazionale a Parisi

Il nostro Ministro della difesa, come del resto in generale quasi tutti i nostri politici e certamente quelli della coalizione al governo, avrebbero bisogno di una ripassata del Diritto internazionale. Si sente molto spesso ripetere che il fondamento di azioni di forza (naturalmente a fini di pace…) da parte italiana dovrebbe trovarsi nel cosiddetto multilateralismo, e quindi come azioni stabilite nel quadro ONU o anche NATO o Unione Europea. E questo (cfr. “Il Messaggero”, “Il Sole 24 Ore”, “Il Manifesto”, “Liberazione”… dell'11 febbraio 2007) avrebbe detto il Ministro Parisi nel vertice di Monaco sulla sicurezza globale. Ben a ragione Vladimir Putin gli ha replicato “Noi riteniamo che possa farlo solo l'ONU”. Al che l'ineffabile Parisi si è trincerato, secondo l'ormai consolidato uso italico, dietro una “incomprensione”: “E' a tutti chiaro che il fondamento della legittimità degli interventi, per Costituzione, si fonda innanzitutto [sottolineatura nostra] sull'ONU”. Non innanzitutto, caro Ministro Parisi, ma solo sull'ONU, e questo poi esclusivamente, aggiungiamo anche per completare la correzione di Putin, soltanto nei termini di legittimità della Carta: l'ONU non è supergoverno o legislatore mondiale e non può stabilire tutto anche a scapito della sovranità degli Stati.

Ma la bacchettata di Putin riguarda giustamente l'abituale riferimento alla NATO o all'Unione Europea, che dal punto di vista delle entità, Stati o altro, che subirebbero la (benevola!) azione di forza sono dei semplici estranei, che non possono legittimare nulla nei confronti di esse. Che un'azione di forza, svolta al di fuori dell'ONU o della stretta legittimità di questa, rimanga un'aggressione dal punto di vista di chi la patisce, NATO o non NATO, Unione Europea o non, è del tutto ovvio. In realtà siamo al multilateralismo di banditi, all'intervento in Cina contro i boxer nel 1900, alla coalizione antibolscevica nella Russia rivoluzionaria e così via. Questa è la legalità degli imperialisti.

Aldo Bernardini
12 febbraio 2007


Ritorna alla prima pagina