Bravo Putin, bravissimo

Al vertice UE a Lahti in Finlandia, lo spagnolo Borrell, presidente dell’Europarlamento, si è permesso di rivolgersi al Presidente russo con queste parole: “I cittadini europei, di cui noi parlamentari siamo rappresentanti, sono molto preoccupati per la svalutazione dei diritti umani in Russia… signor Presidente, noi compriamo petrolio da paesi peggiori dal suo, però il nostro problema è che vogliamo diventare vostri soci e questo esige la condivisione di valori comuni”. Paesi peggiori del suo: un’espressione veramente delicata e rispettosa… Il Presidente russo ha risposto pan per focaccia: “Nessuna lezione di democrazia da un paese come la Spagna che ha molti sindaci in carcere per corruzione…”. Per quanto riguarda l’Italia, Putin, rimproverato per l’influenza della mafia russa, ricorda che la parola mafia è nata in Italia (secondo un’altra versione, avrebbe detto solo che mafia non è parola russa). “Prima di parlare di Georgia o di Cecenia, gli europei dovrebbero pensare a quello che sono stati capaci di combinare nella ex Jugoslavia”. Nella resistenza contro l’aggressività occidentale, che vuole dare lezioni a tutti senza guardare agli scheletri numerosissimi nei propri armadi, ai crimini continui che vengono compiuti nel mondo – bene ha fatto Putin a ricordare l’aggressione alla Jugoslavia – si comincia a render pan per focaccia su questa stantia e trita retorica dei diritti umani e della democrazia. Lo fa di tanto in tanto la Cina, lo ha fatto adesso il Presidente russo, lo fa la Corea popolare quando alla lista di “paesi canaglia” di Bush contrappone la propria lista (USA, Giappone, Israele).

Si noti che è in atto un tentativo di criminalizzazione di Putin, secondo gli schemi usuali del mondo imperialista. Lo si accusa di una gaffe: avrebbe ammirato il Presidente israeliano Katzav per aver stuprato dieci donne. Certo se la frase fosse questa e da intendersi alla lettera, sarebbe una grave espressione. Ma perché non pensare che l’abbia detta in senso beffardo? E comunque è caratteristico l’ atteggiamento della nostra stampa, che considera più grave la frase attribuita a Putin che il comportamento del Presidente israeliano. Si confrontino titoli e ampiezza degli articoli dedicati rispettivamente ai due eventi.

Aldo Bernardini

23 ottobre 2006


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