Non violenti alleati degli Stati Uniti?

Lettera (non pubblicata) a Liberazione

Spett.le “Liberazione”
all'att.ne del Direttore
Piero Sansonetti

Caro Direttore,
pur prevedendo la non pubblicazione, sento il dovere di scrivere. Le questioni poste da Marco Ferrando, ma che risultano pure, naturalmente in senso contrario, dal programma elettorale dell'Unione, non possono venire chiuse nel quadro del pensiero unico. Accenno soltanto al problema Israele-Palestina, dove un libero esame storico, politico, giuridico deve essere consentito. Sull'Iraq non è possibile rinchiuderci in contraddizioni evidenti ed insanabili. Si condannano, e si denominano correttamente, l'aggressione e l'occupazione, si prospetta il ritiro delle truppe italiane (perché evidentemente partecipi di un'impresa inaccettabile in quanto criminosa) e poi si entra completamente nella logica dell'occupazione stessa, legittimandola a posteriori con il riconoscimento del governo quisling irakeno. Non si nomina per nulla la Resistenza, che diventa anzi implicitamente il nemico, quando si auspica una “stabilizzazione” da parte dell'ONU. Per chi sposa in modo assoluto la non violenza, e quindi considera inammissibile l'attacco contro le truppe italiane a Nassiryia, pur riconoscendo a mezza bocca la legittimità della resistenza contro l'occupante, che dovrebbe però avvenire secondo forme stabilite dal Galateo occidentale, mi è sufficiente ricordare Pietro Micca nel '700 e, più vicino a noi, l'attentato di Via Rasella. Terroristi? Ma il non violento assoluto come può sottoscrivere un patto elettorale di un'Unione che procede dall'indefettibile alleanza con gli Stati Uniti, i massimi attori della violenza sul nostro pianeta? Non ci si può preoccupare soltanto delle reazioni degli alleati della coalizione o degli elettori moderati. Vi sono molti e molti compagni che, pur persuasi della pericolosità dell'attuale maggioranza berlusconiana, finiranno per non votare, se andranno avanti, senza neppure ammettere discussione, le posizioni che ho citato (e altre analoghe nei vari capitoli del programma dell'Unione).
Cordiali saluti.

Aldo Bernardini

Roma, 15 febbraio 2006
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