AUTOSTRADE, ALITALIA, ILVA
la posta in gioco della battaglia in corso

  Hanno perso la testa, ma la battaglia è ancora in corso e non si sono certo arresi. Parliamo dell'esito della vicenda Autostrade dei Benetton, ma anche delle prospettive di Alitalia e dell'ex Ilva e della campagna liberista che attorno a queste vicende si è scatenata, lasciando Conte in solitario a reggere l'urto, anche se il peggio, finora, è stato scongiurato.

   Perchè i liberisti si sono scatenati e chi sono i liberisti? Leggendo i giornali della destra, ma soprattutto quelli di ispirazione confindustriale, vien fuori che non solo la destra di Salvini, Meloni e Berlusconi, ma anche gran parte del cosiddetto 'arco costituzionale' rema contro le soluzioni pubbliche che sono state realizzate o sono in corso di realizzazione. Come per altri provvedimenti, come il reddito di cittadinanza, quota 100, il decreto dignità, il salario minimo, la storia si ripete. La canea liberista avanza a ondate successive, e con mille pretesti, per impedire che si dia priorità all'interesse collettivo. Finora però i liberisti, dentro e fuori il governo, non sono ancora riusciti a ribaltare la situazione. Rendiamoci conto che questa volta non ci troviamo di fronte a tigri di carta. La battaglia è seria. In gioco c'è l'indirizzo strategico della politica economica: o si riprende la vecchia musica del 'privato è bello' o si incomincia a capire che l'interesse generale è un'altra cosa.

   Purtroppo lo scontro non vede in campo nel fronte antiliberista una parte consistente di quelli che dovrebbero sostenerlo, i quali vedono l'albero e non la foresta. In questo caso l'albero sono i limiti dell'azione governativa e la foresta è l'importanza, il senso generale dei segnali che emergono su vicende come quelle delle autostrade, di Alitalia, dell'Ilva. In questi casi sono stati messi in discussione, in concreto, il potere dei Benetton, la liquidazione della compagnia di bandiera e la logica con cui era stata ceduta l'acciaieria di Taranto.

   Siamo ancora nel pieno della battaglia e molte cose devono essere chiarite. Ad esempio: quale gestione effettiva ci sarà per Autostrade? Si riuscirà a por fine allo spreco di risorse per Alitalia verificatosi scandalosamente in passato? E la vicenda delle acciaierie di Taranto avrà una soluzione che tenga conto anche della fondamentale esigenza delle condizioni ambientali?

   Su queste cose non si può rimanere alla finestra, a fare le pulci al governo, ma si deve intervenire e pretendere che le soluzioni vadano nella direzione giusta. Sapendo distinguere gli interessi della destra e dei liberisti da quelli che si battono contro la logica del profitto nelle questioni strategiche che interessano tutto il popolo italiano. Evitando però polveroni e massimalismi e sapendo invece individuare il modo concreto di procedere.

   Le tre questioni che abbiamo indicato sono un passaggio importante nella prospettiva di sconfiggere le forze liberiste in Italia e dare un messaggio forte contro la logica delle privatizzazioni, affermando invece che è dovere dello stato dare un indirizzo sociale all'economia.

   In questa battaglia, che ha carattere generale, occorre che i lavoratori delle aziende interessate ai provvedimenti di acquisizione pubblica entrino in campo in modo diretto rivendicando un potere di controllo delle scelte aziendali, non solo per garantirne lo sviluppo, ma anche per impedire ruberie e connivenze speculative.

Aginform
19 luglio 2020