La quiete prima della tempesta

Luigi Ambrosi

30 gennaio 2012


Queste prime settimane del 2012 si vanno configurando come periodo di quiete che precede la tempesta: molti sono gli indizi che l'area occidentale stia incubando stravolgimenti storico-economico-politici di livello straordinario rispetto agli ultimi decenni trascorsi. Tenersi attenti e pronti ad adeguate risposte diventa sempre più vitale per le classi popolari.

INDIZI ECONOMICI: i sistemi economici occidentali non sono ripartiti dopo la crisi del 2008, sopravvivono accumulando debito e stampando carta moneta a iosa con in aggiunta azioni di saccheggio delle ricchezze altrui (Libia). A seguito di ciò le nuove potenze economiche, i Paesi Brics, Cina innanzitutto, si allontanano dalle monete occidentali e rompono il ricatto degli acquisti di materie prime solo in dollari, iniziando gli scambi in altre monete. Questo per gli USA è insostenibile, e spiega l'attacco condotto contro l'euro come una valuta alternativa; euro che ha intrapreso la strada americana della stampa di cartamoneta per coprire i debiti, attutire, rinviare la crisi del modello capitalista. Negli ultimi mesi stiamo assistendo ad un crollo senza precedenti del commercio internazionale di merci via mare ( Baltic Dry Index) e ad un costante calo dei volumi scambiati sulle borse americane; al 31 dicembre gli Usa hanno gia superato il tetto massimo legale di debito pubblico, tetto già rialzato l'estate scorsa, gli indici manifatturieri non crescono, il valore degli immobili cala ancora, la disoccupazione cresce, la sopportabilità sociale delle classi popolari diminuisce repentinamente.Ogni mese gli Stati occidentali si presentano sul mercato del denaro e chiedono centinaia di miliardi: "Per favore, chi compra il nostro debito?". Siamo nella fase storica in cui una parte sempre più crescente delle popolazioni occidentali prende atto che il modello capitalistico è in fallimento e che comincia a non garantire nemmeno le condizioni minime di sopravvivenza delle proprie popolazioni. Non basteranno le profezie maya per nascondere il fallimento del capitalismo. E' più probabile che in questo contesto si faccia strada il progetto disperato del capitalismo occidentale di far saltare il "tavolo da gioco", generare il caos, far precipitare la situazione economica e politica internazionale, contando sulla propria supremazia politico-militare. A Marzo o a fine estate/inizi autunno sono i periodi più gettonati.

INDIZI POLITICI: la politica di generare il caos, inaugurata cavalcando le "primavere arabe", continuata con l'occupazione della Libia e con l'estensione della guerra afghana al territorio pakistano, si trova ora di fronte alla Siria ed alle porte dell'Iran. L'obiettivo che traspare è creare un grande medio-oriente a direzione Usa-Saudita che si inneschi minaccioso al centro dell'Asia a ridosso di Cina e Russia. L'adesione dell'Unione Europea alle pesanti sanzioni contro Siria ed Iran confermano lo stato di sudditanza della UE verso gli USA (nonostante che i contraccolpi di un possibile blocco anticipato delle forniture petrolifere dall'Iran colpirebbero solo l'Europa.). L'invio di navi da guerra USA sia di fronte alle coste iraniane sia della Cina, unitamente alla campagna mediatica per impedire l'elezione di Putin sono gli ulteriori tasselli alla politica di accerchiamento di Cina e Russia. Con altre due carte di scorta da usare in futuro: la carta curda in medioriente e quella tibetana in asia centrale. Che questi scenari potenziali di guerra vadano presi altamente in considerazione anche per l'Italia mi sembra privo di dubbio: la Nato non si può permettere le iniziali titubanze di Berlusconi /Eni nella partecipazione alla guerra libica. A questo ci ha già pensato Obama che, due ore dopo l'incarico a Monti, gli ha telefonato per pretendere, e ottenere, che il nuovo Ministro della Difesa italiano fosse l'Ammiraglio Di Paola, comandante Nato del Mediterraneo, e che il nuovo Ministro degli Esteri fosse Terzi, l'ex ambasciatore italiano negli USA. La presenza per la prima volta nella storia della Repubblica di un ministro in uniforme non lascia presagire nulla di buono e conferma l'alta probabilità di nuovi scenari di guerra in cui l'Italia resterà coinvolta. Conferma altresì la natura non tecnica ma ferocemente imperialista e antipopolare di questo governo. In questo contesto, solo il timore di montanti rivolte popolari può impedire che la tempesta diventi diluvio apocalittico. Il nostro ruolo soggettivo può essere solo quello di preparare e sostenere le tendenze alla rivolta, spazzando via ogni disarmante illusione "tecnica"

Ritorna alla prima pagina