Oltre la padella e oltre la brace:
Alleanza strategica con i BRICS e rivolta popolare

Luigi Ambrosi

11 novembre 2011


La padella berlusconiana da cui stiamo uscendo si è caraterizzata per: aumento del debito pubblico, agevolazioni e impunità fiscale per le classi benestanti, economia clientelare, illegale e criminale, spese militari e guerre, contributi al Vaticano, involuzione culturale generale della società, dalle contraddizione di genere a quelle individuo/società, con l'aggiunta di localismo quando era necessaria una dimensione internazionale.

Le braci in cui stiamo cadendo sono quelle dei capitalisti BCE e anglo-americani, con la Goldman Sachs in sala regia: ad entrambi interessa saccheggiare quel che resta dell'apparato industriale italiano (il secondo in Europa), e privatizzare i beni comuni, dopo aver già ridimensionato la presenza e le commesse italiane in Libia. Le braci sono: la svendita dell'apparato industriale italiano, a cominciare da ENI, Enel, Finmeccanica, Fincantieri (in particolare l'assalto strategico all'Eni, quindi anche al gasdotto SouthStream, rientra nella manovra di accerchiamento della Russia-Paese dei Brics); la privatizzazione delle aziende di servizi pubblici, esattamente in senso contrario all'esito del referendum (per i "prestiti all'Irlanda una clausola della BCE ha preteso l'obbligo di installazione dei contatori a domicilio per il pagamento dell'acqua). Le braci sono la pensione a 67 anni per tutti, l'inevitabile aumento delle tariffe pubbliche, la sostituzione dei contratti di lavoro nazionali con quelli aziendali, più precariato e più facilità di licenziamento, un calo dei salari reali tra il 10 e il 30%. Se la BCE (che tra l'altro è privata ed in mano alle principali banche franco-tedesche) avesse veramente voluto il risanamento e non il saccheggio dell'Italia, avrebbe preteso nella sua lettera una legislazione severa contro l'evasione fiscale, il lavoro nero, la criminalità organizzata, tasse patrimoniali e sulla rendita. Ma nulla di tutto ciò: solo scarnificare la manifattura, l'economia italiana ed i redditi dei lavoratori. Le braci sul piano culturale saranno più sofisticate: tecnicismi economici, siamo sulla stessa barca, fare quadrato intorno la civiltà occidentale, le guerre come operazioni umanitarie (bombardamenti su Belgrado= la "difesa avanzata" di D'Alema; guerra in Afghanistan=mandiamo a scuola le bambine afghane; bombardamenti sulla Libia= "non siamo in guerra" di Napolitano).

Per chi si illude di un cambiamento economico in meglio dopo l'uscita di scena di Berlusconi, occorre ricordare che, con il cambio di governo e l'intervento e gli "aiuti" della BCE, nessun Paese dei Pigs ha visto ridursi gli interessi dei titoli di Stato che, anzi, si sono ulteriormente alzati. Il "risanamento" dell'Italia viene affidato ad ex- impiegati della Goldman Sachs: Monti, Draghi, e contigui tra le ombre, Prodi, Letta, Amato. Una nota su Draghi: responsabile della Goldman Sachs per l'Europa, ha in prima persona aiutato il governo greco a camuffare i conti e ad indebitarsi, con l'esito che abbiamo sotto gli occhi. Una nota su Monti: rappresentante della Trilaterale (una potente e feroce cupola del capitalismo occidentale, con Rockfeller e Kissinger), consulente della Goldman Sachs e del FMI, ultra-liberista. A chi pensa che il FMI possa aiutare l'Italia, basti ricordare che tutto il Sudamerica sfugge da tempo dai suoi aiuti, dopo la devastante esperienza dei due decenni passati, in particolare di Venezuela ed Argentina (approfondimento: [qui] ).

Come è quindi possibile che risanino il bilancio italiano le stesse forze che hanno guidato l'attacco economico all'Euro, alla Grecia, alla Spagna, all'Irlanda, al Portogallo e alla stessa Italia?

La governance franco-tedesca dell'Europa, già divisa sulla questione libica, non sembra all'altezza di sostenere l'attacco delle multinazionali anglo-americane all'Europa e all'Euro, e tutto lascia intendere la fine politica di questo esperimento di autonomia europea, con la frantumazione dell'Euro o l'uscita della Germania da questa area monetaria. Solo un forte sostegno dei Paesi Brics poteva contenere questo imponente attacco dell'area dollaro e proteggere l'Euro, ma Brasile Russia India Cina si sono giustamente defilati: sono appena stati cacciati a suon di bombe dalla Libia da una coalizione comprendente gli europei, perchè mai dovrebbero aiutarli? I paesi Brics presentano il conto all'Europa della sconsiderata partecipazione all' aggressione imperialista. Quando si comincerà a fare un bilancio dei costi politici, oltrechè economici ed umani, della partecipazione alla Nato ed alle sue guerre, allora saranno maturi i tempi per riconsiderare le alleanze internazionali. A mio parere solo una coraggiosa uscita dalla Nato ed un cambio di alleanze internazionali a fianco dei Brics, e un processo di reindustrializzazione con loro concordato, potranno aprire degli orizzonti meno cupi. Per intanto non ci resta che imitare la Grecia, preparare pazientemente scioperi generali, la paralisi del Paese e la rivolta della popolazione al programma di lacrime e sangue che i Papandreu italiani stanno mettendo a punto. Anche quanto successo nella americana Oakland può fare scuola: sciopero generalizzato auto.organizzato e paralisi della città. Il debito pubblico, creato dai nostri capitalisti per assorbire la loro sovraproduzione e salvaguardare i loro profitti, va pagato da quel 10 % della popolazione che ha accentrato oltre metà del reddito nazionale. Anche a rate.

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