Altre reazioni (indignate) alle parole del capo dello Stato

Giorgio Napolitano

“No all'antisemitismo anche quando esso si travesta da antisionismo”.
“Antisionismo significa negazione della fonte ispiratrice dello stato ebraico, delle ragioni della sua nascita, ieri, e della sua sicurezza oggi, al di là dei governi che si alternano nella guida di Israele”.

Giorgio Napolitano, 25 gennaio 2007         



"... mi sento offeso e indignato"

Gentile signor presidente,
le scrivo poche righe solo per dirle che mi sento offeso e indignato per le parole da lei pronunciate in occasione della giornata della memoria, parole che hanno accostato l'antisionismo e l'antisemitismo. Io, dottorando presso il Corso di Laurea "Operazioni di Pace", attivista dell'Associzione Pax Christi, formatore alla Nonviolenza, sono orgoglioso di dichiararmi anti-sionista, contrario quindi alle forme di occupazione, oppressione,segregazione perpetrate dal Governo israeliano e che il sionismo continua a giustificare. Con questo, mi offende essere tacciato di antisemitismo, posizione quest'ultima che è quanto di più lontano dalle mie idee possa esserci.

Le chiedo pertanto di rettificare o chiarire pubblicamente il suo pensiero al riguardo.
Cordialmente

Alfredo Panerai (Firenze)

da pace@peacelink.it , 26 gennaio 2007




"Sono diventata antisemita?"

Cos'è un antisemita ? Le risposte a questa domanda abbondano e non è certo necessario spiegarlo un'ennesima volta. Più difficile è diventata la risposta alla domanda "chi non è antisemita?"

Chi a tutt'oggi si fosse messo l'anima in pace, perché da sempre contrario a qualsiasi tentativo di differenziare lo stato giuridico degli uomini a seconda delle loro affiliazioni confessionali, dovrà ripensarci bene. Perché per non essere targati "antisemiti" non sarà più sufficiente dimostrare la propria neutralità politica nei confronti dell'adesione religiosa dei concittadini.

La RAI ci informa che oggi il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, celebrando il giorno della memoria, ha decretato che occorre attivamente combattere ogni rigurgito di "antisemitismo, anche quando esso si travesta da antisionismo perché significa negazione della fonte ispiratrice dello Stato ebraico, delle ragioni della sua nascita, ieri, e della sua sicurezza oggi, al di là dei governi che si alternano nella guida di Israele".

Stiamo freschi. Per dimostrare di non essere "antisemiti", d'ora in avanti occorre dimostrare di credere nella "fonte ispiratrice" di uno stato ebraico che disconosce l'uguaglianza dei non-ebrei e di adoperarsi per la sua "sicurezza".

Ma non era proprio quello che volevano i nazionalsocialisti tedeschi - uno stato per il popolo tedesco in cui ai non-tedeschi fosse negata l'uguaglianza dei diritti? E non era per caso l'attuazione pratica di questo concetto che aveva portato alla persecuzione e al massacro degli ebrei in Europa? E il Presidente della Repubblica non stava forse celebrando la memoria delle vittime di questi massacri?

Allora, delle due una: o celebriamo la memoria delle vittime del razzismo nazionalsocialista in segno del nostro rifiuto del razzismo di stato, oppure appoggiamo Israele. Giorgio Napolitano ha optato per il secondo. Io opto per il primo. Sono diventata antisemita ?

Susanne Scheidt, 25 gennaio, da Al-Awda-Italia


Giorgio Napolitano e la memoria

Fonte: lettere@ilmanifesto.it, 28 gennaio 2007.


Il discorso del Presidente della Repubblica, tenuto al Quirinale in occasione della Giornata della Memoria, ci sconcerta e rattrista, come italiani antifascisti, come ebrei e come persone che, al disopra di ogni fazione politica, ritengono un'assoluta esigenza di giustizia assicurare al popolo palestinese libertà e indipendenza, e al popolo israeliano pace e armonia con i suoi vicini e con gli stessi suoi cittadini non ebrei ma arabi, il 20% della popolazione dello stato ebraico.

Signor Presidente, siamo tutti ben convinti che lo sterminio perpetrato dai nazisti - non solo degli ebrei, ma anche degli zingari - sia il più atroce crimine razzista che un moderno stato abbia organizzato e attuato con atroce, burocratica precisione. Noi, e le nostre famiglie, abbiamo memoria diretta di quella tragedia. Proprio per questo non ammettiamo che Israele, diventato stato nazionale, usi nei riguardi dei palestinesi, di cui ha occupato la terra manu militari, metodi iniqui e oppressivi, peggiori dei ghetti e dei pogrom usati a suo tempo contro gli ebrei in Europa.

Ogni sorta di persecuzione, angheria e crudeltà è attuata nei Territori palestinesi contro gli abitanti locali, a cui Israele confisca la terra. E ogni sorta di discriminazione contro i palestinesi che pure sono cittadini di Israele è usata nello stato ebraico. Lei ne è certamente informato, Signor Presidente, e sembra che se ne renda conto, perché alla sua condanna dell'antisionismo, che Lei impropriamente identifica con l'antisemitismo, aggiunge l'espressione «...al di là dei governi che si alternano nella guida di Israele» evidentemente alludendo alle azioni di questi governi.

Noi siamo convinti che sia inaccettabile che lo sterminio degli ebrei, di cui gli europei sono stati gli autori e le vittime, sia fatta pagare ai palestinesi, privandoli di terra e libertà.

Siamo rattristati, e sdegnati, che il sionismo abbia usato e usi tuttora dei peggiori metodi di sopraffazione del nazionalismo razzista, invece di stabilire rapporti di amicizia con il popolo palestinese, che viveva da sempre in quella terra. Si sarebbe potuto mostrare che la cultura internazionalista e universalista degli ebrei contribuiva a cambiare il mondo in senso ugualitario, antirazzista, libero e democratico.

Le sue parole, Signor Presidente, rischiano di portare acqua al mulino di chi, affamando i palestinesi, in particolare nella Striscia di Gaza, e costruendo il Muro in Cisgiordania, lavora a una nuova pulizia etnica, in nome della «sicurezza di Israele».

Ci aspettavamo che Lei, Signor Presidente, rappresentando la nostra Repubblica nata dalla Resistenza contro il nazifascismo oppressore, affermasse il principio di non discriminare per «razza» e religione senza le sottigliezze diplomatiche che dimostrano la sudditanza italiana ai potenti del mondo e il colpevole silenzio verso le terribili condizioni in cui vive, oggi, il popolo palestinese occupato.

Paola Canarutto, Giorgio Forti, Miryam Marino e Ornella Terracini di Ebrei Contro L'Occupazione;
Nicoletta Procella e Mario Calmieri di Stelle Cadenti


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