Gino Strada
Fonte: www.peacereporter.net
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Tra le anime belle della politica nostrana,
cè chi si infastidisce se gli si fa notare che
stanno per decidere di continuare la guerra in
Afghanistan. Preferiscono, per il pubblico,
chiamarla in altri modi, mascherarla. Mimetizzarla
con gli impegni internazionali e le alleanze,
perche i cittadini non capiscano che di guerra e
non altro si tratta.
Qui qualcuno non dice la verita. Che siano
proprio i nostri
politici?
Enduring Freedom, missione di
guerra. La risposta e nel sito del
Ministero della Difesa (http://www.difesa.it/).
Nel capitolo sulle operazioni militari in atto
(al 25 giugno 2006) si spiega che lItalia
partecipa alla Operazione Enduring Freedom.
Il Comando dell'operazione è affidato al
Comando Centrale americano (USCENTCOM) situato a
Tampa (Florida, USA)... L'operazione militare è
parte della guerra globale che impegna la grande
coalizione nella lotta contro il terrorismo,
denominata Global War Against Terrorism
(GWAT).
Questo e parlare chiaro. Una guerra locale
come parte di una guerra globale. E noi in mezzo,
agli ordini.
E in atto cosi il Ministero
della Difesa spiega la situazione attuale in
Afghanistan e i compiti delle nostre forze -
la terza fase, che prevede l'impiego di unità
di terra... Circa le attività volte a
neutralizzare le sacche di terrorismo ancora
presenti, le possibili basi logistiche ed i centri
di reclutamento, la fase, dopo un periodo iniziale
di intensi combattimenti, sta evolvendo in
operazioni di interdizione di area per la completa
bonifica del territorio. Sono operazioni condotte
mediante pattugliamenti, posti di blocco ed
eliminazione delle residue presenze di Al Qaida,
sulla base dell'attività di
"intelligence".
In altre parole, i comandi USA, basandosi sui
racconti delle loro spie, indicano di volta in
volta chi ammazzare, mandando truppe, o qualche
aereo a bombardare. E fare a pezzi esseri umani si
chiama ora nel sito ufficiale del Ministero
della Difesa italiano bonifica del territorio.
Nessun commento.
All'operazione, come ci informa lo stesso
sito, contribuiscono70 Paesi dei quali
27, tra cui l'Italia, hanno offerto "pacchetti di
forze" da impiegare, per la condotta
dell'operazione militare vera e propria.
Inequivocabile.
E allora come mai i politici dellattuale
maggioranza continuano a intorbidire le acque?
Hanno forse paura di essere considerati
guerrafondai?
Scelgono la guerra ma conviene loro farsi
credere pacifisti (i guerrafondai dichiarati
stanno, questa volta, perlopiu
allopposizione).
Ritirarci dallAfghanistan significherebbe
uscire dalla UE e dalla Nato
si proclama con toni solenni, come se fosse
lorlo del baratro.
E in effetti lultima delle scuse. E
possibile che il ripudiare la guerra (quella in
Afghanistan, ad esempio) comporti problemi con
quei Governi europei e doltreoceano che producono
una guerra dopo laltra. E anche con le loro
alleanze militari. E allora?
La nostra Costituzione e il suo Articolo 11
vengono prima o dopo le
alleanze internazionali o gli impegni
NATO?
Si puo fare una guerra perche e un
impegno preso?
Il mondo della politica apparentemente
compatto risponde si.
Si puo fare la guerra (se si riesce poi a
farla passare come unopera di carita, e ancora
meglio!) se si e con la Nato, o con gli USA, o
con lONU, se la guerra e legittima, se e per la
democrazia, se e umanitaria. La guerra per
far finire tutte le guerre come sentenzio
il Presidente Wilson cercando (con risultati
mediocri) di convincere gli americani ad entrare
nella Prima Guerra mondiale.
Le ragioni per una guerra, per qualsiasi guerra, non sono mai mancate. Vere o fittizie, dichiarate o meno, se ce una guerra ce ne sara pure una ragione. E poi ci sono le varie forme di propaganda di guerra. Sono convinto che in questi anni moltissimi cittadini, italiani e non solo, abbiano compiuto un grande percorso di riflessione sui temi della guerra e della pace, dei diritti umani, della violenza. Alcune idee si sono fatte largo e sono finite dentro la coscienza di molti, nella loro etica, nel modo di concepire i rapporti tra esseri umani. Una di queste idee e che non esista piu giustificazione alcuna per la guerra. Ne etica, ne storica, ne politica. Per quel movimento di coscienze, nessuna guerra sara mai piu accettabile ne negoziabile. Perche sarebbe unaltra perdita di pezzi di umanita, sacrificata alle misere alchimie della politica.
Se la scelta contro la guerra dovesse davvero obbligare lItalia a uscire dalla NATO, perche la NATO intende continuare la guerra in Afghanistan, non mi sembrerebbe una grande tragedia. Lo sarebbe di certo per buona parte dei politici, ma non per i cittadini italiani. Anzi. Scommetto che, dovesse lItalia uscire dalla NATO, ci sarebbe in Italia una festa di popolo di milioni di persone, a prescindere dalle direttive e dagli anatemi dei politici.
ISAF: l'altra faccia di Enduring Freedom. Se su Enduring Freedom non viene detta la verità, tantomeno ciò accade per la missione "di pace" ISAF.
Quando, verso la fine del 2001, lONU autorizza per 6 mesi una forza di sicurezza internazionale (ISAF) in Afghanistan, al governo italiano non par vero: finalmente si puo essere in Afghanistan sotto l ombrello dellONU, senza dovere rendere conto a nessuno. O quasi. Perche in realta la missione ISAF e solo una manovra, un gioco delle tre carte.
Alla riunione che il 20 dicembre 2001 approva la Risoluzione 1386, i membri del Consiglio di Sicurezza si trovano sul tavolo una lettera in cui gli inglesi si propongono di assumere il comando dell ISAF. Ma a comandare e sempre il Padrone, e chiaro. Perfino esplicito. Nella stessa lettera, resa nota dal Dipartimento di Stato USA, viene precisato che: Per cio che riguarda i rapporti tra le forze dell ISAF e altre forze operanti in Afghanistan in Enduring Freedom per ragioni di efficienza, il Comando Centrale degli Stati Uniti avra autorita sulle forze ISAF. Tu sei il comandante, ma io ti comando.
Un trucco sopraffino: lONU mette in piedi, su richiesta USA, una forza ONU per lAfghanistan; gli inglesi, che partecipano a qualsiasi guerra made in USA e che sono pertanto in Enduring Freedom, si offrono di guidarla (e come rifiutare tanta generosita?); le truppe dellISAF (quelle dellONU) guidate da un inglese, prendono poi ordini dai militari USA, mandati li non dallONU, bensi dal Pentagono.
Aderiamo, secondo i desideri del Padrone, anche alla missione ISAF. Figurarsi, manna dal cielo! Avevamo gia deciso di entrare, in modo ancora piu illegale, con Enduring Freedom. Adesso arriva lombrello dellONU a giustificarci.
Nellagosto del 2003, la missione ISAF entra nella terza fase (anche lei, come Endruing Freedom: ma guarda un po che coincidenza) e passa sotto il comando della NATO. Con i compiti che ben sappiamo, ce li hanno gia assegnati: combattere gli insurgents, quelli che si ribellano in qualsiasi modo e a qualsiasi titolo alla pax americana, e portare avanti la guerra al terrorismo, il lavoro di Enduring Freedom. Poco importa, siamo comunque felici dello scudo rappresentato dalla NATO: per sentirci piu tranquilli, in regola, quando si dovra sparare parecchio.
Il momento sembra arrivato. Il lavoro che attende le truppe NATO, e che ci attende, non sembra facile neppure agli USA, se il Washington Post scrive: Ne deriverà una battaglia per il controllo del sud, cruciale per lAfghanistan e per la Nato.
Con lavvicinarsi della battaglia cruciale - unaltra madre di tutte le battaglie ? non e casuale che le truppe NATO, ex ISAF, ex Enduring Freedom si ritrovino, cinque anni dopo, un comandante di nuovo inglese, che sara poi sostituito, verso la fine dellanno, da un comandante USA. Eh si, quando il gioco si fa duro...
Cosi anche ai nostri ragazzi, sotto il comando dei militaristi piu convinti, spettera il compito di estendere il controllo del governo Karzai e di rimpiazzare gli USA nelle operazioni di contro- insurrezione. Restate, chiedete rinforzi ci sta domandando ora il Padrone, e ci assicura che stavolta saremo anche noi in prima linea perche le sue truppe intendono passarci il testimone.
Anche noi adesso abbiamo loccasione per sederci al tavolo dei grandi, chi non spara non e di serie A come dice Luttwack. Enduring Freedom, ISAF, NATO: perde, sbaglia, la carta bianca vince! Proprio come nel mezzanino del metro. Poi i politici possono sguazzare tra articoli e codicilli alla caccia di qualcosa che giustifichi scelte gia decise, e i cittadini capiscono sempre meno.
Fuori lItalia dalla guerra, senza se e senza ma Dira si o no a finire il lavoro lasciato incompiuto (per la verita un fallimento totale anche sul piano militare) dall Alleato-Padrone? Siamo alla vigilia di grandi offensive, dicono i comandi USA, e non si puo dubitarne. Il Governo sta per decidere con il rifinanziamento della missione militare in Afghanistan - se mandare militari italiani a combattere, per conto degli USA e sotto il loro comando, i nemici che le forze USA, di volta in volta, additeranno come soggetti da eliminare. E se mandarli a combattere per proteggere gli amici. Criminali quanto i nemici ma servili quanto noi, e quindi dalla parte giusta.
Non e strano che il Governo sia in difficolta.
Molti tra loro vorrebbero, col senno di poi, non essersi mai infilati anche nel pantano Afghanistan. Ma cinque anni fa la maggior parte di loro ha votato di tuffarcisi dentro entusiasticamente, approvando una Risoluzione (7 novembre 2001) che restera nella storia della Repubblica come esempio di stravolgimento, in una sola pagina, della Costituzione Italiana, dello Statuto dellONU e delle risoluzioni del suo Consiglio di Sicurezza.
Della situazione difficile in cui ci troviamo in Afghanistan, e da cui non e facile uscire, molti politici dellattuale maggioranza sono corresponsabili. Da qui nasce la prima difficolta.
Laltra difficoltà, per i governanti di oggi, e tutta interna. Tra pochi giorni devono andare in Parlamento e votare un documento importante. Non tanto per il suo contenuto. Per molti parlamentari dellattuale maggioranza, quello che si decidera e in un certo senso secondario. La cosa piu importante, quando non la sola importante, e che il documento del Governo, quale che sia, venga approvato. Non si puo rischiare di andare sotto e far cadere il Governo e voce di popolo. Non si puo rischiare. Quindi bisogna incominciare a fare rinunce, cercare compromessi, delineare una exit-strategy, o un modo per toglierci dai guai, per essere piu chiari.
Sembra un vicolo cieco. Perche il vero problema su cui la politica sta annaspando e la necessita di inventare un trucco. Una formula per poter tenere i militari a fare il lavoro per il Padrone, dando allo stesso tempo un carota a quella parte della maggioranza che sa dovesse votare per il rifinanziamento di trovarsi in linea di collisione con i propri elettori. Ma se la Patria vuole sacrifici, che cosa non si farebbe per fare stare in piedi un Governo, specie quando la sua stabilita e considerata lobbiettivo primario da raggiungere? Cosi in quellarea politica normalmente associata (o forse non piu, potremo capirlo meglio dopo il voto) al pacifismo tira aria pesante di suicidio.
Non e principalmente un problema di uomini di partito, ma di cittadini, di elettori, di coscienze. Se i partiti di quellarea votassero per la guerra, ne pagherebbero un prezzo politico e di consenso devastante. Un prezzo ancora maggiore finirebbero col pagare se cercassero di truccare le carte, di fare passare inosservata o cammuffata la scelta della guerra. No alla guerra, senza se e senza ma e espressione certamente efficace. Oggi si puo darle concretezza. Essere contro la guerra prima ancora che un obbligo costituzionale - mi pare il discrimine tra civilta e incivilta, tra le cose umane, per brutte che siano, e quelle dis-umane. Rifiutarsi di avere qualsiasi ruolo nel produrre violenza e omicidi di massa, pulizie etniche e genocidi, stupri e torture, mi sembra insieme un valore primario di specie e una garanzia di sopravvivenza, da custodire entrambi gelosamente.
Non si tratta di un valore di destra ne di sinistra. Ma possono la coscienza e lintelligenza rifiutare lorrore della guerra a giorni alterni? Una guerra si e una no, questa guerra e diversa, in questaltra il nostro ruolo e diverso, qui siamo forze ONU e la forze NATO, gli impegni internazionali, le alleanze, questa guerra e giusta...
Basta alle nostre coscienze sapere che i soldati italiani hanno il bollino ONU, per rendere accettabile la partecipazione alla guerra in Afghanistan?
Negli ultimi anni e maturato un importante movimento di persone che non vuole piu saperne della guerra ne della logica della guerra, della logica del togliere agli altri quello che hanno, o quello che potrebbero avere, fino a togliere loro anche la vita. Questo movimento rifiuta di aggredire economicamente, militarmente e moralmente, di sfruttare altri esseri umani.
In questo movimento sono state rifiutate tutte le ragioni per la guerra, le sue giustificazioni. Per questo credo che un voto per la guerra sarebbe un macigno per quella area politica che ha piu volte dichiarato sintonie col movimento per la pace. Rifiutate la guerra umanitaria del centrosinistra e quella per la civilta del centrodestra, rifiutata la guerra bipartisan al terrorismo, puo il movimento accettarla oggi perche non cada il governo italiano? Nel nuovo modo di pensare di milioni di persone, la questione guerra e stata risolta, da tempo e per sempre. Perche cio che ogni guerra produce e talmente ripugnante che nessun fine, neppure il piu nobile, potra mai giustificarla. Ci potranno essere guerre legali o perfino legittime le leggi cambiano - ma non ci saranno mai guerre giuste. Per questo, nessuna guerra e negoziabile.
Dopo cinque anni di evidente fallimento del nostro intervento in Afghanistan con il risultato paradossale che i supposti militari in missione di pace sono visti con sempre maggior insofferenza - il mondo della politica dovrebbe se non altro per buon senso - provare un approccio diverso..
Vuole il Governo, per qualsiasi ragione, scegliere di stare ancora li, a fare servilmente la guerra per conto terzi? Vogliono vedere altro sangue italiano in Afghanistan (e forse non solo) come poi titolerebbero le prime pagine dei nostri quotidiani, per estendere il controllo del governo Karzai? Sta a loro decidere. Penso solo sia mio dovere, come cittadino che fa parte del popolo di Emergency e del movimento per la pace, riaffermare che chi scegliera la guerra lo fara not in my name, non a nome mio.